"L'atleta algerina Imane Khelif, che affronterà oggi l'azzurra Angela Carini non è una donna trans, diversamente dalle notizie che circolano. Dalle informazioni che abbiamo su di lei, si tratta di una persona intersex, che si è sempre socializzata come donna e ha una storia sportiva nelle competizioni femminili". Così Rosario Coco, Presidente di Gaynet.
"Non è chiaro - le ricostruzioni sono discordanti - se Khelif e Lin Yu ting, altra atleta intersex nella stessa situazione, abbiano dovuto effettuare test cromosomici o ormonali. In ogni caso si tratterebbe di un caso di Variazione delle Caratteristiche del Sesso, definizione ombrello all'interno della quale rientra anche l'intersessualità. Quello che sappiamo con certezza è che siamo di fronte a due atlete con una carriera nello sport femminile alle spalle. Nel caso di Khelif, per altro, va ricordato che l'Algeria proibisce anche il cambio del genere sui documenti - aggiunge Coco -.
Il caso è molto simile a quello di Caster Semenya, che dopo essere stata esclusa dalla World Athletics ha vinto la causa presso la CEDU nel 2023 dopo anni, ma non ha avuto il diritto a competere, vedendo quindi la sua carriera completamente compromessa. Chi sta commentando la notizia in queste ore non conosce in molti casi le regole dello sport e si improvvisa censore delle categorie di genere senza conoscere le linee guida del Comitato Olimpico internazionale sull'identità di genere e le variazioni delle caratteristiche del sesso del 2021, che ammettono criteri di eleggibilità per atlete trans e intersex, (come nel caso di Khelif), solo a fronte di comprovate evidenze scientifiche. Non spetta insomma alla politica dire se la gara di oggi è sicura o meno, visto che esperti, atleti e organizzazioni sportive lavorano da anni su questi temi".
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