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Khelif: Vezzali 'ora regole per competere alla pari'

La pluricampionessa: 'Il caso servirà al Cio per approfondire'

Vezzali

Redazione Ansa

(ANSA) - PARIGI, 04 AGO - "Non è una questione di genere, questa bufera porterà il Cio a riflettere e mettere gli atleti nelle condizioni di gareggiare con le rispettive diversità ma del proprio livello, evitando disparità". Valentina Vezzali, regina del fioretto con sei ori olimpici e 16 mondiali conquistati in carriera, ha seguito il caso creato intorno alla pugile algerina Imane Khelif e da ex atleta si è fatta un'idea.
    "Da sportiva per me tutte le regole fanno capo al Comitato olimpico - dice parlando al telefono con l'ANSA - e io le ho sempre rispettate. L'algerina è una donna che ha però un testosterone più alto rispetto alle altre, e questo contribuisce a una muscolatura diversa, è più forte delle altre".
    Una tematica "delicata", la definisce Vezzali sulla quale non si può non ragionare: "Credo che il Cio debba studiare e prendere misure che rendano eque le regole e così anche le competizioni. Quanto accaduto non è stato bello onestamente. per questo chi governa lo sport mondiale deve garantire pari opportunità per tutti, Le regole esistono e le scrive il Cio, l'algerina poteva competere qui, certo il testosterone aumenta la massa. Insomma si può cogliere l'occasione per elaborare norme più dettagliate a tutela degli atleti e far competere in condizioni di parità. Sono tematiche importanti, come dimostra quanto sta accadendo, per uno sportivo l'Olimpiade significa 4 anni di lavoro finalizzati a questo appuntamento. L'algerina ha il diritto di partecipare ai Giochi, ma vanno trovate norme, vanno fatte valutazioni evitando le disparità".
    Il caso Khelif dovrebbe fare scuola: "Vanno rispettate le diversità - aggiunge l'ex del 'dream team' del fioretto azzurro - le caratteristiche di ciascuno ma con un unico grande obiettivo: la garanzia che la partecipazione sia per tutti alla pari. Penso si possa fare uno studio più approfondito affinché situazioni come questa non accadano più". (ANSA).
   

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