(ANSA) - PARIGI, 04 AGO - "Per il Cio è una donna, se
disconosciamo il Comitato olimpico internazionale disconosciamo
i Giochi stessi. Questi quando leggo certe cose mi sembrano
quelli di Parigi 1924.
Bellutti, che da sempre si è fatta portavoce delle istanze al
femminile nel mondo dello sport rileva anche un altro aspetto:
"Il corpo delle donne è sempre sottoposto a un controllo
continuo, entra in ballo il concetto di vantaggio, se è
femminile o meno. Sugli uomini mai speculazioni di questo tipo.
Ma sotto altre forme è sempre stato così: a me dicevano dei
quadricipiti pronunciati o delle vene come una carta geografica.
Tutto frutto di una cultura patriarcale fortemente radicata. Se
l'algerina fosse stata una bellissima ragazza sono certa non
sarebbe avvenuto, e invece ne è nato un caso dettato da
cattiveria e frustrazioni. Alla Semenya del resto era capitato
anche perché africana". Un tempo a indicare la bontà o meno
della prestazione c'era "il doping". Adesso però Bellutti, che
di medaglie al collo ne ha messe tante, ha una speranza: "Auguro
a Khelif di vincere e trovare nella medaglia la forza per
attraversare questa tempesta, la inviterei a mettersi in
contatto con Semenya. Serve un passo verso l'inclusione vera e
non solo sbandierata, serve fare rete. Lo sport è un contesto
che ha un potenziale fortissimo e un potere mediatico
eccezionale. Usiamoli bene. Le tragedie, come ha detto il
fiorettista Macchi, arrivato secondo, sono giustamente altre:
usiamo tutto come strumento di crescita invece che alimentare la
macchina della guerra". (ANSA).
Khelif: Bellutti 'siamo tornati indietro di 100 anni'
L'ex olimpionica: 'Il corpo delle donne sempre sotto esame'