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Un mese a Parigi:l'8/a di Pellielo,De Coubertin? Voglio vincere

Azzurro del trap eguaglia D'Inzeo: 'pronta dedica a mia madre'

Redazione Ansa

(di Alessandro Castellani) (ANSA) - ROMA, 25 GIU - "Quando ho saputo della mia convocazione per Parigi ho provato una grande felicità. Si sa quanto sia difficile andarci, essere selezionato. Io ce l'ho fatta anche questa volta, a 54 anni, ma è tanto che sto lì' in pedana, il tiro a volo è la mia passione e cerco sempre di fare il meglio. Così dico fin da ora che punto ad esserci anche a Los Angeles 2028: sarebbe bello fare come il mio amico Al Rashidi, che a Tokyo ha vinto il bronzo nello skeet a 58 anni, l'età che avrò io quando ci saranno i Giochi in California".
    A un mese dall'Olimpiade di Parigi, Giovanni Pellielo non si pone limiti. Il veterano della spedizione azzurra, 4 volte campione del mondo nel Trap, e 4 volte 'medagliato' olimpico (tre argenti e un bronzo tra il 2000 e il 2016), in Francia eguaglierà i fratelli Piero e Raimondo D'Inzeo e la canoista Josefa Idem nella graduatoria degli atleti italiani con più presenze alle Olimpiadi: sono 8 partecipazioni, che nel suo caso vanno da Barcellona 1992 a oggi. Con in mezzo però l'assenza a Tokyo 2020, quando l'Italia aveva un solo posto a disposizione, e l'allora dt azzurro Albano Pera scelse il poliziotto Mauro De Filippis. "Non ce l'ho con Pera - dice Pellielo -, anzi lo rispetto, anche se penso che ha sbagliato a pensare che non fossi in grado di gareggiare in Giappone. Mia madre non stava bene, io ero preoccupato e lui ha pensato che non fossi pronto".
    Ma, vista la sua grinta e le sue intenzioni che già puntano verso il 2028, l'appuntamento di Pellielo con il record assoluto delle 9 Olimpiadi forse è solo rimandato. Intanto si gode questa convocazione, e sottolinea che "non sono decoubertiniano, e a Parigi andrò per un posto sul podio, possibilmente quello sul gradino più alto, anche se gli avversari sono forti. Ci saranno tanti tiratori giovani e sarà quindi anche uno scontro generazionale. Spero che, oltre a far bene, io sia d'esempio per gli altri, che tramite la mia presenza capiscano che nel nostro sport si può essere longevi e rimanere competitivi ai massimi livelli anche dopo una certa età".
    Per 'Johnny', come viene chiamato nel suo sport, quella di Parigi sarà un'Olimpiade particolare non solo per il record di presenze. "Sarà la prima senza mia madre - dice -, la persona che mi ha avviato a questo sport e alla quale ero più legato.
    Ripensandoci, l'anno scorso ho conquistato la carta olimpica per l'Italia, a Baku, appena una ventina di giorni dopo che lei era venuta a mancare. Se n'è andata il 26 luglio e quest'anno la cerimonia di Apertura di Parigi sarà proprio il 26 luglio: che incredibile coincidenza. O forse è un segno del destino. In pedana andrò anche per lei, che ora, da lassù, può seguirmi ovunque io vada". Ecco perché, a Parigi più che mai, Johnny vuole una medaglia, per poter fare questa dedica molto speciale, "e anche per ringraziare il consiglio e il presidente della mia federazione, la Fitav, che mi sono stati sempre vicini nei momenti difficili. Per me sono una seconda famiglia e li ringrazierò sempre per la fiducia in me. Intanto li ho ripagati dimostrando sul campo di meritare la convocazione". Ma per i tiratori questa Olimpiade sarà particolare anche per il fatto che il loro sport non si svolgerà a Parigi, ma a circa 300 chilometri di distanza, nell'impianto della federazione francese a Chateauroux. Vivranno quindi in albergo, e per Pellielo sarà la prima edizione dei Giochi senza villaggio olimpico. "Io l'Olimpiade l'ho sempre vissuta in modo riservato - dice -, cercando di isolarmi. Questa volta per noi non ci sarà il frastuono del villaggio, e non è detto che sia uno svantaggio.
    Io comunque vivrò questa esperienza con lo stesso spirito di sempre". L'importante, per il cecchino Johnny, sarà 'mirare' ancora una volta al podio, "pensando a mamma". (ANSA).
   

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