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Parigi 2024: Macchi d'argento nel fioretto, protesta formale della Federscherma contro l'arbitraggio

Tre volte var per l'ultima stoccata nella finale: Cerioni e Malagò infuriati

Redazione Ansa

Il presidente della Federscherma, Paolo Azzi, "presenterà una protesta formale alla Fie e al Cio per l'inaccettabile arbitraggio della finale olimpica" del fioretto maschile vinta 15-14 dall'atleta di Hong Kong Ka Long Cheung contro l'azzurro Filippo Macchi. "La protesta - rende noto la Federscherma - è supportata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò".
Il presidente federale Paolo Azzi ha detto di "non aver visto mai nulla di simile. È Filippo Macchi il vero vincitore e gli è stato negato un oro che meritava". 

"Ladri, ladri. Vergogna, vergogna", la rabbia del ct Stefano Cerioni è la rabbia di tutta l'Italia che aveva già visto materializzarsi un altro oro olimpico a Parigi 2024, quello di Filippo Macchi nel fioretto individuale ma che invece si è dovuto accontentare dell'argento all'ultima stoccata, assegnata solo al terzo controllo Var. L'oro è andato all'atleta di Hong Kong Ka Long Cheung (già sul gradino più alto del podio a Tokyo 2020, davanti a un altro italiano, Daniele Garozzo), vincitore 15-14 al termine di una finale entusiasmante, ma che rimarrà negli occhi e nella mente di tutti soprattutto per gli ultimi istanti. Macchi e Cheung, per le prime 28 stoccate, si sono equivalsi. Era partito meglio il fiorettista di Hong Kong, in vantaggio fino al 10-7, ma poi l'italiano, vera sorpresa della prova di fioretto, si è esaltato portandosi avanti fino al 14-12. A quel punto l'oro sembrava cosa fatta. E invece Cheung ha raggiunto Macchi sul 14-14. Da quel momento, l'arbitro Hao Chih Huang (Tapei) non se l'è più sentita di prendere decisioni senza l'ausilio del Var. E così per due volte - quando Macchi e tutto lo staff azzurro erano sicuri di aver vinto - ha deciso di non decidere. Alla terza, invece, la stoccata è stata assegnata a Cheng, capace di fare il bis olimpico. Ma se a Tokyo nella finale con Garozzo non c'ea stata storia, questa volta a Parigi Macchi avrebbe meritato la vittoria. Al termine dell'incontro, l'azzurro si è lasciato cadere sulla pedana, disperato. E per lunghi minuti Cerioni, insieme al presidente della Federscherma, Paolo Azzi, ha protestato contro l'arbitro e i dirigenti della Federazione internazionale. "Non ho mai visto una cosa del genere in vita mia", ha gridato il ct, consolato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, evidentemente in disaccordo con la decisione arbitrale. Poteva essere il coronamento di un grandissimo torneo olimpico disputato da Macchi, nipote di Carlo Macchi, un'icona della scherma italiana, e fidanzato con la figlia di Diana Bianchedi. "Sono cresciuto a latte e fioretto", ha sempre detto Filippo Macchi. Poteva mettere un oro in bacheca, una decisione arbitrale, che non potrà mai dimenticare, gliel'ho impedito. Negativo invece il cammino di Tommaso Marini, partito da numero 1 e invece eliminato negli ottavi. "Come atleta non ho brillato, ma come persona sono orgoglioso e fiero di me", aveva scritto sui social Marini, che ora dovrà essere tra i primi ad aiutare Macchia a riprendersi da questa delusione e a cercare, insieme, di centrare l'oro a squadre.

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