(dell'inviato Alessandro Castellani)
(ANSA) - CHATEAUROUX, 31 LUG - Nel giorno della prima
medaglia d'oro del Guatemala nella storia delle Olimpiadi,
arriva un altro argento per l'Italia. Lo conquista Silvana Maria
Stanco, azzurra nata in Svizzera perché suo padre Donato dopo il
terremoto in Irpinia perse tutto e fu costretto ad emigrare.
Ma Rio 2016 fa pensare anche alla vincitrice di oggi, la
29enne guatemalteca Adriana Ruano Oliva, la 'tiratrice di Dio'
in quanto religiosissima, praticamente una versione al femminile
di Giovanni Pellielo. All'Olimpiade carioca c'era anche lei, nei
panni di assistente al settore tiro del comitato organizzatore.
Chissà che effetto le ha fatto passare dal ruolo di volontaria a
quello di campionessa olimpica, lei che nel frattempo ha
gareggiato a Tokyo piazzandosi 26/a. Quest'anno, invece, in
Coppa del mondo a Lonato del Garda è stata 21/a. Questo per dire
che veniva considerata, a dir tanto, una outsider e invece ha
compiuto l'impresa della vita perché, come ammette anche la
Stanco, "Adriana era imbattibile". A spronare questa ex ginnasta
costretta a lasciare lo sport preferito per un grave infortunio
è stato anche il risultato ottenuto ieri, il bronzo, dal
connazionale Jean Pierre Brol Cardenas nella gara maschile. Lei
ha fatto decisamente meglio, anzi il massimo.
La Stanco, invece, è andata avanti con il proprio passo, non
perdendo mai la concentrazione, che è il suo segreto, anche
quando ha sbagliato il terzo piattello della seconda serie e
l'ultimo della terza, mentre era in piena lotta con
l'australiana Smith (alla fine bronzo) e la spagnola Molne
Magrina per i piazzamenti immediatamente dietro
all'irraggiungibile tiratrice del Centroamerica. Non sarà stata
perfetta Silvana Maria, ma oggi, fin dall'ultima fase delle
qualificazioni, si è capito che era in giornata e nella finale a
sei non ha fatto altro che confermarsi, rimanendo fredda quando
le altre cominciavano a sbagliare. E così è stato argento,
"un'emozione veramente unica, una cosa fuori dal normale. Ancora
non capisco bene cosa ho fatto, comunque posso dire che ho
lottato su ogni piattello, poi quando siamo rimaste in tre e ho
capito che avrei preso una medaglia mi sono 'scaricata'
moltissimo anche se volevo ancora combattere". E' un secondo
posto che per l'azzurra è anche una rivincita sulla finale di
Tokyo: "Fui quinta - ricorda - e rimasi molto delusa. Mi dissi
che non potevo rimanere così, e che dovevo lavorare su me
stessa. L'ho fatto tanto, anche a livello mentale". La dedica è
per la famiglia, in particolare il padre Donato che l'ha
iniziata al tiro, e "per l'Italia, perché noi veniamo da una
cultura del tiro molto importante e ora ho l'onore di aggiungere
una medaglia a un palmares impressionante". Ma c'è un po'
d'Italia anche nell'oro di Ruano Oliva, che prima dei Giochi ha
trascorso un lungo periodo di allenamenti nel Tav Giorgio
Rosatti a Ponso, provincia di Padova. E ora ha promesso di
tornare per fare festa anche lì. (ANSA).
Parigi: Stanco centra l'argento del Trap, lacrime di gioia
A Chateauroux azzurra dietro al primo storico oro del Guatemala
