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Carini: l'Iba e quella guerra infinita con il Cio

Tanti gli scandali, ora la boxe a guida russa. Arriva un premio per l'azzurra

Angela Carini (d) e Imane Khelif

Redazione Ansa

International Boxing Federation, ovvero Iba, la federazione pugilistica internazionale che ora ha deciso di premiare con 50mila dollari l'azzurra Angela Carini, e con altri 25 mila a testa il suo tecnico e la federboxe italiana.


Un tempo si chiamava Aiba, e gestisce il pugilato che un tempo era dilettantistico e ora si chiama Elite. Non organizza più il torneo olimpico della 'nobile arte', dopo che a Rio 2016 venne toccato l'apice di anni di governo poco trasparente, gestione discutibile e verdetti che facevano gridare allo scandalo, fra i quali il pugilato italiano ricorda quelli che penalizzarono Vincenzo Nardiello ai Giochi di Seul 1988 e Roberto Cammarelle nella finale di Londra 2012. A Rio si toccò il fondo perché a Olimpiade ancora in corso vennero mandati a casa, e poi radiati per corruzione, ben 36 fra giudici e arbitri. Insomma un caos.
    Nel frattempo l'allora presidente Aiba, Ching-Kuo Wu, aveva accumulato debiti ingenti, contratti anche a causa dell'ambizione del dirigente cinese di diventare presidente del Cio nel dopo Jacques Rogge. Gli andò male su tutti fronti, e venne costretto ad andarsene anche dall'Aiba, dove gli subentrò come presidente 'ad interim' l'italiano Franco Falcinelli prima dell'elezione di Gafur Rakhimov. Ma l'uomo d'affari uzbeko era in una black list degli Usa come uno dei maggiori narcotrafficanti mondiali e fu costretto anche lui, come Wu, ad andarsene.


    Alla fine si è arrivati, nel 2020, alla presidenza del russo Umar Kremlev, più volte visto in compagnia di Putin, eletto con una maggioranza di poco inferiore al 60% ma forte dell'appoggio del colosso Gazprom. Forse anche per questo Kremlev ha orientato verso Mosca gli interessi dell'Iba che prima erano a Losanna e, nonostante l'invasione dell'Ucraina, ha riammesso la Russia e la Bielorussia ai Mondiali, con tanto di bandiere e inni. Da subito ci sono stati contrasti con il Cio, che dopo aver gestito il torneo di boxe di Tokyo 2020 ha chiesto che l'Iba fissasse nuove elezioni e fornisse maggiori garanzie di governance e trasparenza finanziaria. Non avendole avute, ha deciso di gestire anche il torneo di Parigi 2024 e ha tolto il pugilato dal programma di Los Angeles 2028, stabilendo che nel caso nasca un nuovo ente (che in realtà, seppur da poco, esiste e, si chiama World Boxing, alla quale l'Italia ha aderito di recente) la boxe potrebbe rientrare in gioco.


    Nel frattempo l'Iba ha fissato ricchi premi per i Mondiali, fino a 250mila dollari per l'oro maschile, promettendo di aumentarli fino a un milione, e poco prima dei Giochi ha deciso di darli anche ai medagliati delle Olimpiadi. Da qui nasce la decisione di premiare comunque anche Carini. Inutile dire che, nei mesi scorsi, il Cio ha avuto da ridire anche sui premi, con una nota in cui sottolineava che "come sempre con l'Iba, non è chiaro da dove provengano i soldi. Questa totale mancanza di trasparenza finanziaria è stata proprio una delle ragioni per cui il Cio ha ritirato il riconoscimento di Federazione Internazionale all'Iba, che non ha spiegato in modo trasparente le fonti del suo finanziamento, e non ha spiegato la dipendenza finanziaria da una società statale, Gazprom".
    A tutto ciò si aggiunge il problema, 'esploso' negli ultimi giorni ma che in realtà esiste da tempo, della diversità di vedute a proposito delle atlete iperandrogine. L'Iba fa effettuare test di genere non meglio specificati che, nel caso evidenziassero cromosomi XY (come per Imane Khelif e Lin Yu Ting), portano alla squalifica mentre il Cio usa i parametri del testosterone, limitandosi a questo tipo di controllo.  
   

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