Nella sua formulazione attuale, il progetto di convenzione quadro sull'intelligenza artificiale (IA) del Consiglio d'Europa potrebbe rivelarsi "un'occasione persa per stabilire un quadro giuridico forte ed efficace per lo sviluppo e l'adozione di un'IA affidabile". Lo scrive il Garante europeo della protezione dei dati (Gepd) in vista della decima e ultima riunione della Commissione per l'IA (Cai) del Consiglio d'Europa, iniziata ieri e in programma fino a giovedì, che mira a finalizzare i lavori sul primo trattato internazionale in materia di IA.
In particolare, il Garante sottolinea come le regole non saranno direttamente applicabili negli Stati parte della Convenzione e pur comprendendo la necessità di "una certa flessibilità" teme che "l'elevatissimo livello di generalità" di tali regole, porterebbe "inevitabilmente a un'applicazione divergente della convenzione, minando così la certezza del diritto e, più in generale, il suo valore aggiunto". In merito a una delle questioni più controverse delle trattative, ossia l'esenzione riguardante i sistemi di IA sviluppati e utilizzati nel settore privato, il Gepd sostiene che "qualsiasi limitazione del campo di applicazione della futura Convenzione quadro alle sole attività intraprese dalle autorità pubbliche o dagli enti che agiscono per loro conto sarebbe in contraddizione con l'obiettivo politico generale della Convenzione quadro, come definito dal Comitato dei Ministri".
Il Gepd esprime infine profonda preoccupazione per "l'assenza di 'linee rosse' nel progetto di convenzione quadro che vietino fin dall'inizio le applicazioni di IA che comportano livelli di rischio inaccettabili". L'inclusione di tali linee rosse, secondo il Garante, "invierebbe un forte messaggio politico e garantirebbe inoltre la necessaria certezza giuridica e prevedibilità per sviluppatori, fornitori e utenti di applicazioni IA".
Garante Ue boccia bozza trattato sull'IA del Consiglio d'Europa
'Occasione persa, preoccupa assenza di paletti sui rischi'