(ANSA) - BARI, 26 SET - La mortalità per cancro tra i
cittadini italiani non ha una distribuzione né casuale né
spazialmente ben definita, ma supera la media nazionale
soprattutto quando l'inquinamento ambientale è più elevato in
determinate aree del Paese, nonostante le abitudini di vita più
sane. E' quanto scoperto al termine di uno studio, pubblicato
simultaneamente sulle riviste internazionali Science of the
Total Environment e Nature Scientific Data, realizzato da un
team di scienziati dell'Università degli Studi di Bari,
dell'Università Alma Mater Studiorum di Bologna, del Cnr e
dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I ricercatori hanno
analizzato i legami tra mortalità per cancro, fattori
socio-economici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, a
scala regionale e provinciale, utilizzando metodi basati
sull'intelligenza artificiale. Per far questo si sono avvalsi di
una banca dati decennale (2009-2018) sui tassi di mortalità per
tumore, da loro realizzata avvalendosi dei registri Istat. Sono
state analizzate 35 fonti ambientali di inquinamento,
evidenziando che la qualità dell'aria e la presenza di siti da
bonificare sono le sorgenti di inquinamento maggiormente
associate ai tassi alti di mortalità tumorali seguita da aree
urbane ed acciaierie. La provincia con tasso di mortalità da
tumore più alta nel decennio 2009-2018 è risultata quella di
Lodi, seguita da Napoli e Bergamo. In Puglia la mortalità su
scala provinciale appare abbastanza in linea o sotto la media
nazionale con particolari criticità per i tumori della vescica
soprattutto nella provincia di Taranto e Lecce e del fegato
nelle province di Bari e Bat. (ANSA).
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