Gli italiani conoscono il tema dell'intelligenza artificiale e in qualche modo la usano. Lo rileva una ricerca condotta da Ipsos insieme all'esperto di mondo digitale Vincenzo Cosenza su un campione rappresentativo di 1.
L'applicazione di IA generativa più conosciuta è, naturalmente, ChatGpt, citata dal 64% del campione e in crescita rispetto al passato. Al secondo posto segue il competitor Google Bard con il 36%. Molto più in basso la conoscenza di Dall-e (13%), Midjourney (12%) e Stable Diffusion (10%). Gli italiani si fidano abbastanza di tecnologie del genere, tanto che su una scala da 1 a 10, la fiducia è al 6,3. Da un lato evidenziano prospettive positive, come la semplificazione dei processi (30%, 37% tra la Gen Z), creazione di lavori non ancora esistenti (23%) oppure aiuti per la propria professione (14%). Dall'altro, gli intervistati mettono in luce aspetti problematici, come la perdita di posti di lavoro (26%), la minaccia per la creatività (26%), l'aumento del gap tecnologico tra le diverse generazioni (20%). In questo contesto, il 43% è propenso ad un percorso formativo per apprendere l'uso di questi nuovi strumenti, anche se solo il 14% crede che sarà necessario per il lavoro.