"Chiedersi come un artefatto tecnologico cambi il potere e di fatto l'organizzazione della società" è una delle domande da porsi per affrontare l'impatto dell'innovazione tecnologica. "Quando abbiamo vissuto la pandemia un algoritmo dietro un portale d'informatica ha detto chi prendeva prima un vaccino e chi dopo.
Per contenere gli effetti di questi algoritmi la politica può intervenire, ha assicurato Benanti: "L'ordinamento di uno Stato è una sorta di guardrail in una strada, e nel momento in cui l'intelligenza artificiale è una macchina che può procedere verso una direzione, mettere i guardrail è impedire alla macchina di andare fuori strada".
Quanto al ruolo di diplomazia nelle nuove sfide tecnologiche, Benanti ha sottolineato che "la diplomazia è un compito fondamentale della repubblica per la promozione dell'immagine dell'Italia nel mondo, ma garantisce anche stabilità. Ed in un mondo sempre più interconnesso dove le catene di dipendenza tecnologiche sono internazionali, avere stabilità significa anche avere prosperità".
Benanti, spetta agli Stati mettere un guardrail all'Ia
Il parere del teologo alla Conferenza degli Ambasciatori