Scontri ieri in Val di Susa tra forze dell'ordine e manifestanti No Tav: due poliziotti sono rimasti feriti; la Questura parla di "violento attacco senza precedenti". Riaperta in serata l'A32 Torino-Bardonecchia, chiusa per motivi di sicurezza all'altezza del cantiere della Torino-Lione a Chiomonte.
"Non basteranno diecimila agenti per fermarci". Lo scrivono i No Tav, rivendicando sui social l'attacco di ieri al cantiere della Torino-Lione in cui due agenti sono rimasti feriti. Un riferimento alle affermazioni del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, che alla Camera ha annunciato di avere assegnato a luglio quasi 10mila unità di rinforzo per seguire le proteste in Val Susa "con la massima attenzione". I No Tav rivendicano anche di essere riusciti a "entrare all'interno del cantiere e a mettere fuori uso un Lince dell'esercito".
"Sono assolutamente inaccettabili episodi di gravissima violenza che mettono in pericolo l'incolumità degli operatori di polizia e che nulla hanno a che vedere con il diritto di manifestare liberamente". Così il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese che ha espresso "vicinanza e solidarietà ai due agenti rimasti feriti negli scontri di ieri sera nei pressi del cantiere di Chiomonte", ringraziando "tutte le donne e gli uomini delle Forze dell'ordine e dell'Esercito impegnati quotidianamente per tutelare la sicurezza e l'ordine pubblico in Val di Susa".
"Si è pericolosamente alzato il livello della violenza contro le forze dell'ordine impiegate nella difesa dei cantieri dell'alta velocità". Così, in una nota, Enzo Letizia, segretario nazionale dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, per gli attacchi di ieri ai cantieri dell'Alta Velocità. "Ieri la cabina di guida di un Lince è stata seriamente danneggiata da un razzo, non da un fuoco di artificio, e due poliziotti sono rimasti feriti - aggiunge -. In questo periodo osserviamo una violenza ripetuta e continua del mondo anarchico insurrezionalista che usa la Val di Susa come campo di addestramento per le loro azioni di guerriglia. A questo punto, occorre prendere atto che i violenti non sono solo degli infiltrati del movimento No Tav, ma un tratto caratteristico dello stesso. É necessario che la politica prenda le distanze senza ipocrisie, la Val di Susa si sta trasformando in una culla per violenti, la presenza di questi ultimi nel movimento non è solo un questione di polizia ma un problema politico, in particolare di quei partiti che vedono i propri esponenti territoriali prendere parte alle iniziative del movimento No Tav".