(ANSA) - VERBANIA, 15 DIC - Già tredici mesi prima del 23
maggio 2021, il giorno in cui la cabina numero 3 della funivia
del Mottarone è precipitata causando la morte di 14 persone,
sarebbe stato possibile osservare i segni del danneggiamento
della fune traente. A spiegarlo, nel corso della settima udienza
dell'incidente probatorio disposto per far luce sull'incidente,
è stato Andrea Gruttadauria, docente di Metallurgia e materiali
non metallici e Tecnologie metallurgiche al Politecnico di
Milano, intervenuto in aula come consulente, nominato
dall'avvocato Marcello Perillo, per conto di Gabriele Tadini, il
caposervizio della funivia.
"Almeno un anno prima del cedimento si poteva vedere che
stava succedendo qualcosa", ha sostenuto Gruttadauria, che per
giungere alle sue conclusioni si è basato sull'analisi della
propagazione della cosiddetta cricca, la crepa che prelude alla
rottura, osservando cioè il modo in cui si è sviluppata la
frattura della fune.
È la prima volta che viene fornita una stima temporale di
quando la fune traente dell'impianto avrebbe cominciato a
danneggiarsi: nella perizia, i tecnici guidati dal professor
Antonello De Luca si erano limitati a scrivere che "il numero di
giornate che occorrono per pervenire dalla rottura dei primi
fili al collasso della fune ricade nell'intervallo compreso fra
i 21 giorni ed i 5 anni".
Intanto emergono le prime stime di quelli che potrebbero
essere i risarcimenti destinati alle parti civili: potrebbe
aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro, una cifra da
suddividere tra i famigliari delle 14 vittime. Di questi, 10
milioni potrebbero venire messi a disposizione da Reale Mutua,
che assicurava Funivie del Mottarone.
L'incidente probatorio proseguirà domani con l'ottava, e con
ogni probabilità ultima, udienza. In programma gli interventi
del professor Nello Balossino (consulente dell'avvocato Alberto
Mittone, che rappresenta Leitner), dell'ingegner Carlo Fuselli
(consulente degli avvocati Gualtiero Costa e Raffaella
Zucchetti, che rappresentano Alessandro Rossi e Davide Moschitti
della ditta torinese Sateco, che si occuparono dei controlli
magneto-induttivi sulla fune nel 2019 e nel 2020),
dell'ingegnere Michele Ferrazzano e del professore Marco Giglio
(consulenti dell'avvocato Pasquale Pantano, che rappresenta
Luigi Nerini, amministratore della società che gestiva
l'impianto, la Funivie del Mottarone).
Al termine dell'incidente probatorio toccherà alla Procura
tirare le fila, magari apportando anche alcuni ritocchi al
registro degli indagati, per poi chiudere l'inchiesta. Al
momento gli indagati sono 14, tra cui due società: Funivie del
Mottarone e l'altoatesina Leitner, incaricata della
manutenzione. (ANSA).
Mottarone: già nel maggio 2020 si poteva vedere danno alla fune
Risarcimento a famiglie delle 14 vittime potrebbe essere 25 mln