(ANSA) - TORINO, 06 FEB - Un panorama dei nuovi linguaggi
dell'arte emersi in Italia dagli Anni Cinquanta ai primi Anni
Novanta del Novecento, con opere d'arte astratta e informale
presenti nella collezione Olivetti che dialogano con le opere
coeve della collezione civica.
Si tratta della penultima mostra del ciclo espositivo "Olivetti
e la Cultura nell'Impresa responsabile", avviato nel 2021 grazie
all'accordo siglato da Comune di Ivrea (Torino), Associazione
Archivio storico Olivetti, Olivetti e Tim.
Con inaugurazione l'11 febbraio alle 18, la mostra parte con
opere di Picabia, Balla e Kandiskij e Mirò, con rimandi al
Futurismo e alle radici dell'Astrattismo. Negli anni del
Dopoguerra l'esposizione mette a fuoco la figura di Spazzapan a
Torino. Nel panorama italiano, per il formarsi della collezione
Olivetti, viene messa in evidenza l'importanza della mostra di
Prato del 1955 "Sessanta maestri del prossimo trentennio",
organizzata da Carlo Ludovico Ragghianti, con artisti come
Redento Bontadi, Enzo Brunori, Piero Dorazio, Mario Lattes,
Alvaro Monnini, Mattia Moreni, Emilio Scanavino, Sergio Vacchi.
Alla seconda metà degli Anni Cinquanta risalgono le opere di Eva
Fischer, Ennio Morlotti e Tancredi Parmeggiani. Rifocalizzando
l'attenzione sui movimenti torinesi, in mostra si trovano opere
di Annibale Biglione e Filippo Scroppo che furono tra i
fondatori del movimento Arte Concreta a Torino. Gli Anni
Sessanta trovano rappresentazione in opere di artisti di
tendenze molto diverse tra cui Ettore Fico, Piero Ruggeri e
Giorgio Ramella. Non mancano collegamenti con una visuale
allargata e più internazionale attraverso le personalità di
Pierre Alechinsky e Hans Hartung. Espressioni di artisti
piemontesi quali Mauro Maulini a artisti internazionali come
Walter Ballmer, Gabino Amadeo e Pedro Coronel sono sprazzi di
diverse ricerche artistiche degli Anni Settanta. Un nucleo di
opere di Tony Arch, importante donazione al museo civico
eporediese, conducono alla soglia degli Anni Duemila. (ANSA).
Mostre, Olivetti e la Cultura nell'Impresa responsabile
Astrattismo informale dall'11 febbraio, oltre 90 opere