Piemonte

Nasce a Torino un Comitato per difendere la sanità pubblica

Si mobilitano insieme sindacati, associazioni, medici, pazienti

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 14 APR - Sindacati, associazioni di volontariato e di utenti, organizzazioni professionali, comitati spontanei, pazienti e medici si mobilitano, per la prima volta tutti insieme, in difesa del servizio sanitario pubblico. Sono pronti a dare battaglia e, per questo, hanno unito le forze in un unico e ampio soggetto, il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, che ha tenuto la prima assemblea in periferia, nel giardino Peppino Impastato, davanti all'ospedale San Giovanni Bosco.
    La prima iniziativa è un appello in nome dell'articolo 32 della Costituzione che recita: "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". Nei prossimi giorni partirà una marcia a tappe che toccherà diverse province del Piemonte e si concluderà il 27 maggio con una manifestazione a Torino.
    "Siamo qui perché abbiamo il compito di tutelare la salute delle persone garantendo la qualità dell'atto medico. Oggi non siamo in grado di farlo negli ospedali e nel territorio", spiega il presidente dell'Ordine provinciale dei medici di Torino, Guido Giustetto. "Questo Comitato vuole non solo difendere, ma anche rilanciare la sanità e l'assistenza pubblica. Alla sanità piemontese rispetto al 2018 mancano 9.000 tra infermieri e medici. Chiediamo che tutti i soldi disponibili vengano spesi per assumere, la privatizzazione della sanità va fermata", osserva Giorgio Airaudo, segretario della Cgil Piemonte. "I mancati investimenti, la dolosa incapacità di fare programmazione sta togliendo ai cittadini la libertà di potersi scegliere un medico di fiducia" aggiunge Roberto Venesia, segretario della Fimmg (associazione dei medici di famiglia).
    "E' il primo Comitato del genere in Italia. Il taglio di 1.5'00 posti letto è inaccettabile, le liste d'attesa di quasi un anno per alcuni esami sono una vergogna, così come il passaggio continui dei medici al privato", dice Chiara Rivetti del sindacato dei medici Anaao. (ANSA).
   

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