(ANSA) - TORINO, 17 GEN - Due anni di sputi e offese
all'indirizzo di una persona che gli stava antipatica: di questo
ha dovuto rispondere nelle aule di giustizia un 39enne residente
in Valsesia (Vercelli) che alla fine del processo è stato
condannato a sette mesi e quindici giorni di reclusione. Il
bersaglio delle intemperanze è stato il titolare di un locale
pubblico della stessa zona.
La Cassazione ha confermato la sentenza resa dalla Corte
d'appello di Torino il 16 febbraio del 2021. L'imputato è stato
riconosciuto responsabile di 'disturbo alle persone', 'minacce'
e 'danneggiamento aggravato'. La difesa ha aveva eccepito che
non c'erano gli estremi dei reati in questione perché "non
ricorrevano né la petulanza nè il biasimevole motivo" e - quanto
al danneggiamento - non esisteva l'aggravante 'dell'esposizione
alla 'fede pubblica'.
Lo scorso 15 dicembre, invece, su richiesta dell'avvocato
Roberto Saraniti la Cassazione ha annullato una seconda condanna
pronunciata a carico dell'uomo. In questo caso l'accusa si
riferiva a un litigio con un il conducente di un autobus (che
riportò sette giorni di prognosi). Il legale ha dimostrato che
la pena inflitta al valsesiano - un anno e nove mesi - era
eccessiva e sbagliata per ragioni di competenza funzionale: dato
il modo in cui la procura aveva costruito il capo d'accusa, il
processo doveva essere celebrato da un giudice di pace e non da
un tribunale. (ANSA).
Due anni di sputi e insulti, condannato
In Valsesia. Cassazione annulla l'accusa per una seconda vicenda