Piemonte

Perché i cani scodinzolano? Uno studio dell'Università di Torino

Con le Università di Roma, Vienna e il Max Planck Institute

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 17 GEN - I cani scodinzolano, tutti lo sanno, ma il meccanismo non è ancora stato indagato a fondo.
    Qualche spiegazione, anche evolutiva, arriva da uno studio del dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi dell'Università di Torino, con l'Università di Roma La Sapienza, l'Università di Medicina Veterinaria di Vienna e il Max Planck Institute for Psycholinguistics, intitolato "Why do dogs wag their tails?".
    Presupposto è che nei canidi le code non sono più usate per la locomozione, ma per la comunicazione rituale. Lo scodinzolio, è stato notato, è un comportamento asimmetrico. Avviene a destra a suggerire l'attivazione dell'emisfero sinistro, per gli stimoli con una valenza emotiva positiva. Al contrario per gli stimoli che suscitano ritiro. Esistono prove indirette che collegano l'ossitocina (ormone noto per promuovere i legami affettivi, ndr) allo scodinzolio, soprattutto quando i cani si riuniscono a un umano familiare. Il lavoro suggerisce anche che il comportamento sia legato alla tipologia di animale. "Cuccioli di cane allevati di quattro-cinque settimane hanno iniziato a scodinzolare frequentemente e a manifestare preferenze per la persona che li accudiva. Quelli di lupo molto meno" spiega Silvia Leonetti, dell'Università di Torino. Tra i canidi, lo scodinzolio con un portamento basso è spesso usato come segno di acquiescenza, sottomissione, intento non aggressivo, tra cane e cane e tra cane e uomo. Rifiutando il cibo però scodinzolano di più se c'è un umano, a suggerire che possa funzionare come segnale di richiesta.
    Una chiave per comprendere lo scodinzolio potrebbe essere la domesticazione "probabilmente iniziata durante il Paleolitico superiore" aggiunge Leonetti, un processo che porta a cambiamenti fisiologici, morfologici e comportamentali. Secondo l'ipotesi della "sindrome da domesticazione", sarebbe emerso come tratto secondario in una selezione per la docilità, che avrebbe causato alterazioni delle cellule della cresta neurale durante lo sviluppo. In alternativa il comportamento scodinzolante potrebbe essere stato proprio un obiettivo di selezione, perché gli umani hanno notevoli capacità di percepire e produrre sequenze ritmiche e ne sono attratti. (ANSA).
   

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