(ANSA) - TORINO, 30 GEN - "A me Bruno ha sempre detto 'sul
mio sepolcro vorrei il motto di Saul Bellow qui giace un vinto
dalla morte che non si è mai arreso'". Un cartello al collo con
questa frase è uno dei modi per ricordare e celebrare la memoria
di Bruno Segre da parte delle molte persone che da questa
mattina hanno affollato la camera ardente al Polo del 900.
E ricorda che Segre gli aveva "sempre chiesto di riportare
questa frase. Una persona come lui - dice - era meritevole di
essere presente, di essere un suggeritore attento e scrupoloso
del progressismo, della civiltà, del fatto che quello che era
accaduto non doveva mai più avvenire. I nostri erano principi
che dovevano essere e vanno portati avanti".
Accanto al feretro ci sono i gonfaloni delle istituzioni e
delle associazioni partigiane e dei deportati. Per lui anche un
saluto a pugno chiuso di alcuni membri dell'Anpi, l'Associazione
nazionale partigiani, e un picchetto d'onore di consiglieri
comunali con la presidente della Sala Rossa, Maria Grazia
Grippo, e l'assessora Gianna Pentenero. Sul tavolo col libro
delle firme un pannello con la frase "siamo certi che
continueremo ancora a trovare le sue tracce tra le amate
montagne e sentiremo la sua voce laddove dimora il libero
pensiero". (ANSA).
Bruno Segre, per lui pugni chiusi e picchetto d'onore
Alla camera ardente il ricordo degli amici