Piemonte

Ogni anno 12.000 decessi per infezioni resistenti a antibiotici

A Torino primo evento della campagna Diagnostica e prevenzione

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 27 FEB - Le percentuali di resistenza agli antibiotici sono sempre superiori al 30%, in particolar modo su quegli agenti patogeni che, anche a livello europeo, sono direttamente o indirettamente responsabili di oltre 35mila decessi all'anno. Di questi un terzo avviene in Italia. I dati raccolti dalla Fondazione Gimbe, sono stati illustrati nel primo evento - all'Unione Industriali di Torino - organizzato nell'ambito della campagna 'Diagnostica e Prevenzione: medicina, istituzioni, impresa, insieme per la salute dei cittadini', il cui scopo è di informare e sensibilizzare la società su problematiche di carattere infettivologico, alcune già sentite come l'antibiotico-resistenza e altre tornate rilevanti nel periodo post pandemico, come la tubercolosi latente e le infezioni materno fetali.
    "I dati piemontesi sulla resistenza agli antimicrobici non si discostano molto dalle medie nazionali. Alcune resistenze, come quella di Pseudomonas aeruginosa ai carbapenemi, sono lievemente più alte del dato nazionale. La comunità scientifica piemontese è anche essa focalizzata sull'aumento generalizzato di alcuni ceppi multiresistenti di Enterococco, che presentano resistenze che superano il 40%. I dati vengono rilevati da uno specifico gruppo di lavoro (Glica) di lunga esperienza, che opera in coordinamento con l'Istituto Superiore di Sanità" ricorda Francesco Giuseppe De Rosa, direttore della Struttura Complessa Universitaria di Malattie Infettive della Città della Salute di Torino.
    "Diasorin si impegna a fornire competenze scientifiche, conoscenze tecnologiche e capacità operative per trasformare gli argomenti trattati in soluzioni azionabili. Crediamo che la diagnostica di specialità sia importante per lo screening e la prevenzione, così come per supportare il disegno di un servizio sanitario in grado di affrontare e rispondere alle sfide future" afferma Giorgio Ghignoni, direttore scientifico di Diasorin.
    (ANSA).
   

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