(ANSA) - TORINO, 12 MAG - "Giulia era una persona buona.
Aiutava chiunque ne avesse bisogno, non sopportava la violenza.
Con uno sguardo ti metteva dalla parte del torto. Oggi è il
simbolo della lotta contro il femminicidio". Così Gino
Cecchettin parla della figlia Giulia, uccisa a 22 anni l'11
novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo, un ragazzo che diceva
di amarla. È per la prima volta a Torino, al Salone del Libro
dove porta 'Cara Giulia' e annuncia, in un incontro molto
toccante, la nascita "a ottobre, al massimo novembre" della
Fondazione Giulia per per fare formazione nelle scuole
promuovendo il dialogo e la prevenzione della violenza.
"Vogliamo che il suo nome sia associato a un messaggio di
speranza e di cambiamento", spiega.
Di Filippo, l'assassino di Giulia, dice: "Doveva accettare il
suo no, probabilmente avrebbe trovato un amore più grande e
avrebbe passato con lei il resto della vita anziché dove si
trova ora". "Ora so quanto è importante un abbraccio. Ma a
Giulia io non potrò più dire ti amo. Ho scritto il libro perché
si era tagliata una pellicola. Cercavo un contatto, tutti i non
detti, gli abbracci, quello che un padre vuole dare alla figlia
e non lo può fare" spiega. "Da mia figlia ho imparato a essere
gentile e un po' meno maschio alfa. Quando Elena (la sorella di
Giulia, ndr) mi ha parlato per la prima volta di patriarcato ho
preso il dizionario e ho capito che aveva ragione. A Giulia è
stata negata la possibilità di essere libera. Io supporterò
Elena nella sua lotta, anche su alcune tematiche abbiamo punti
di vista diversi la sosterrò sempre". (ANSA).
Gino Cecchettin, 'in autunno nascerà la fondazione Giulia'
'Mia figlia simbolo della lotta contro il femminicidio'