Piemonte

Trasferiti i giovani coinvolti nella rivolta del carcere minorile di Torino

Presi provvedimenti disciplinari anche verso altri ragazzi

L'istituto penale minorile Ferrante Aporti

Redazione Ansa

C'è un primo provvedimento per gli episodi di rivolta nel carcere minorile di Torino Ferrante Aporti, avvenuti nella notte tra giovedì e venerdì, in concomitanza con disordini nel carcere Lorusso e Cutugno del capoluogo piemontese. Il ministero della Giustizia infatti ha reso noto che "sono stati trasferiti i giovani adulti responsabili di questi atti criminali e presi provvedimenti disciplinari nei confronti degli altri soggetti coinvolti. Tutti sono stati denunciati alla competente autorità giudiziaria per i gravissimi reati commessi" viene precisato.

Urla, battiture, incendi e aggressioni nei confronti degli agenti hanno caratterizzato le tensioni di quella notte.

Interventi dei sanitari sono stati necessari sia per alcuni detenuti che per qualche agente. La polizia è anche intervenuta all'esterno del minorile per bloccare le strade, con l'intento di sventare eventuali tentativi di evasione. Un fatto non avvenuto.

"Grazie al pronto intervento degli uomini della polizia penitenziaria - riferisce il ministero - si è riusciti, attraverso un contenimento non violento, a evitare che la rivolta degenerasse in maniera più grave. Questi giovani - viene però spiegato - hanno letteralmente devastato il carcere, in particolare gli uffici del direttore e del personale, causando centinaia di migliaia di euro di danni. I provvedimenti disciplinari e i trasferimenti sono stati adottati immediatamente e i lavori di ristrutturazione sono già in corso". Un video in cui i ragazzi si riprendono con uno smartphone, davanti all'ufficio del comandante è su TikTok, come già era avvenuto a metà luglio al Lorusso e Cutugno.

"Il massimo del carcere è 42, noi siamo 60" è la didascalia che i giovani hanno usato sul social. Sovraffollamento e difficoltà di gestione, soprattutto in estate, sono stati tra l'altro evidenziati anche dai sindacati di polizia penitenziaria subito dopo l'accaduto, così come si acceso il dibattito politico.

I Radicali hanno passato la notte davanti al Lorusso e Cutugno, in ricordo dei suicidi: sessantadue detenuti e sette agenti. Le relazioni dei poliziotti enitenziari dopo i disordini stanno arrivando nel frattempo sui tavoli della magistratura, alla Procura del capoluogo piemontese e a quella dei minori, che dovranno valutare reati come danneggiamento, resistenza, violenza privata, lesioni, incendio, tentata evasione, minacce a pubblico ufficiale, oltre alla concomitanza di orario tra i disordini nelle due strutture, dunque l'eventuale contatto tra i giovani del minorile e gli adulti del Lorusso e Cutugno.


Il ministero intanto chiarisce le ragioni che hanno spinto i ragazzi a tanta violenza: "I disordini nascono dalla notizia diffusasi di un arresto in flagranza di reato nei confronti del fratello maggiorenne di un detenuto, trovato in possesso di 20 grammi di sostanza stupefacente che stava introducendo nell'istituto". 
   

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