(ANSA) - TORINO, 26 AGO - Il Monte Rosa sta perdendo i suoi
ghiacciai, estinto il Flua sul versante sud, - che nell'800 si
estendeva su 80 ettari - ridotto a un insieme di rocce e detriti
con qualche accumulo di neve frutto delle nevicate tardive,
mentre quelli limitrofi, delle Piode e il Sesia-Vigne, sono
arretrati dagli anni '80 di oltre 600 metri lineari, con una
risalita della quota minima frontale di oltre 100 metri. E a
causa della crisi climatica quello del Flua sarà lo stesso al
quale andranno incontro dal 2050 i ghiacciai alpini con quote
massime al di sotto dei 3500 metri.
"Il ghiacciaio Flua si è estinto - conferma Vanda Bonardo,
responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra
Italia -. Vediamo una montagna che cambia lasciando un vuoto che
ci racconta però di come un nuovo ecosistema si sta sviluppando
e sta colonizzando la zona. Un nuovo ecosistema che andrà
monitorato e tutelato. Ma racconta anche di un ambiente pieno di
morene e quindi più instabile. Torniamo dunque a ribadire
l'importanza di mettere in campo politiche di mitigazione e
adattamento". E se il 2023 non è stato un anno così drammatico
come il '22 per i ghiacciai, permane una tendenza al regresso
accelerato. Basti pensare al ghiacciaio Ciardoney, in valle
Soana (Torino), al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta che al
primo giugno aveva una copertura nevosa di 295 cm grazie alle
nevicate primaverili, totalmente scomparsa a metà agosto.
(ANSA).
Sul Monte Rosa il ghiacciaio Flua si è dissolto
Legambiente: stessa sorte dal 2050 per ghiacciai sotto i 3500