Piemonte

Arcivescovo Torino, 'Tavares metta le persone al primo posto'

Monsignore Repole alla Festa Fiom, 'bene se assumeranno giovani'

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 10 SET - "A Tavares direi che le persone devono stare al primo posto e che lo sviluppo economico è veramente sviluppo se non è a detrimento della loro dignità e della loro crescita. Di questo dobbiamo sentire la responsabilità". Lo ha detto ai giornalisti l'arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, a margine della festa della Fiom Cgil dove ha tenuto una Lectio magistralis sull'enciclica 'Laudato sii' di Papa Francesco. Una presenza significativa perché è la prima volta che un così alto esponente della Chiesa partecipa a una festa sindacale. La Curia torinese era già scesa in piazza con i lavoratori nella manifestazione per il rilancio di Mirafiori e Repole non esclude che possa rifarlo in futuro.
    "Ho ricevuto un invito e ho pensato che potesse essere significativo essere qui. Su alcuni temi, su alcune fragilità, su alcune fatiche o davvero siamo insieme, ci sentiamo una comunità solidale, oppure non siamo all'altezza delle sfide. La Chiesa ha qualcosa da dire sulla società, sul mondo, sulle questioni che riguardano il lavoro ed è bello che altre istituzioni lo percepiscano non come una minaccia, ma come qualcosa che può fare del bene a tutti", spiega.
    "Penso che dovremmo prendere confidenza con una declinazione nuova della parola progresso. Che cosa vuol dire progresso? È soltanto l'aumento del Pil e dei profitti o siamo davanti a un progresso reale quando siamo davanti a una più profonda dignità delle persone, delle donne e degli uomini? Questo dovremmo poterlo condividere tutti", sottolinea.
    L'arcivescovo definisce un segnale positivo l'apertura di Stellantis, prima dell'estate, all'assunzione di giovani.
    "Sarebbe importante perché è il tema del futuro. Poi sento notizie diverse. Ci sono segnali contrastanti". Quanto alla possibilità che la Curia scenda di nuovo in piazza con i lavoratori Repole osserva: "La Chiesa sarà sempre presente dove ci sono fatiche e sofferenze. E' nella tradizione della Chiesa torinese essere sempre molto attenta alle questioni sociali.
    Dobbiamo sentirci tutti un po' responsabili del destino e del futuro di questa città". (ANSA).
   

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