Piemonte

Condizione socioeconomiche e salute, studio sui bimbi europei

Pubblicato su Social Science Medicine, per l'Italia c'è Torino

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 28 SET - Uno studio internazionale mostra come fin dalla culla e in contesti urbani diversi i bambini con uno stato socioeconomico basso abbiano stili di vita più malsani, creando uno svantaggio che inciderà sulla salute lungo tutta la vita e che pianificatori locali e decisori politici potrebbero considerare. Torino è tra le undici città europee prese in esame dal lavoro, che ha coinvolto oltre 60mila bambini ed è stato condotto nell'ambito dei progetti internazionali Athlete e LifeCycle, a cui l'Italia ha contribuito coi dati raccolti dal progetto Ninfea, coordinato dall'Unità di Epidemiologia dei Tumori della Città della Salute di Torino e dall'Università di Torino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Social Science & Medicine e le altre città sono Oslo, Copenaghen, Bristol, Bradford, Rotterdam, Nancy, Poitiers, Gipuzkoa, Sabadell, Valencia, contesti urbani eterogenei per ubicazione geografica, amministrazione, popolazione, cultura.
    "La distribuzione dei rischi ambientali e la vulnerabilità ai loro effetti variano tra i gruppi socioeconomici. L'obiettivo - dichiara Costanza Pizzi, prima autrice dell'articolo - era analizzare la relazione tra la posizione socioeconomica (Sep) del bambino alla nascita e caratteristiche relative agli stili di vita e all'ambiente urbano in età prescolare (0-4 anni), con l'approccio dell'esposomica". L'esposoma, ossia la totalità delle esposizioni ambientali di una persona nella vita, è costituito da una moltitudine di esposizioni da fonti sia esterne (sostanze chimiche, inquinanti atmosferici, stile di vita, dieta), sia interne (metabolismo, fattori infiammatori, microbiota), molte delle quali sono interconnesse. Questo studio si è concentrato sull'esposoma esterno e i due indicatori Sep presi in esame sono stati il reddito familiare e il livello di istruzione materna. La prima infanzia infatti è un periodo chiave in cui le disuguaglianze in termini di possibili esposizioni esterne (quali il tipo di alimentazione, l'esposizione al fumo passivo e all'inquinamento atmosferico, la fruizione di aree verdi) possono modellare le traiettorie di salute nel corso della vita. I bambini con basso Sep erano allattati di meno al seno e rivelavano un ridotto consumo di uova, pesce, frutta, verdura; mentre risultava maggiore il tempo trascorso davanti alla tv, il possesso di animali domestici, l'esposizione al fumo passivo, il consumo di latticini, patate, bevande dolci, biscotti salati e patatine, grassi e carboidrati.
    (ANSA).
   

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