Piemonte

Eredità Agnelli: per la difesa 'non c'è un patrimonio occulto'

'John Elkann è al vertice per la volontà del nonno'

'Fake trust funds, donations' in Agnelli case - GIP

Redazione Ansa

"Non è mai esistito e non esiste alcun patrimonio occulto dell'eredità Agnelli". E se John Elkann si trova al vertice del gruppo non è per qualche oscuro passaggio societario, ma per volontà del nonno, Gianni Agnelli, che "gli assegnò il ruolo secondo uno schema successorio ricorrente da sempre nella famiglia". Uno schema "che ha assicurato al primo gruppo industriale italiano uno sviluppo ed una continuità di gestione che ha tagliato il traguardo dei 125 anni".

A distanza di una settimana dal sequestro di 74 milioni di euro disposto dal tribunale di Torino nell'inchiesta che ruota intorno ai lasciti dell'Avvocato, i legali di John, Lapo e Ginevra Elkann intervengono per rintuzzare, oltre alle accuse mosse dalla procura del capoluogo piemontese, quelle che definiscono "le reiterate falsità" comparse sugli organi di informazione.

I pubblici ministeri hanno lavorato per ricostruire il 'tesoro' di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, per capire se alla sua morte i fratelli Elkann, eredi diretti della donna, abbiano aggirato l'imposta di successione. Nelle carte degli inquirenti (che in questo capitolo d'indagine hanno conteggiato 32 milioni sottratti all'Erario) sono elencati 597 milioni di euro in quote confluite in due trust alle Bahamas considerati 'fittizi', 20 milioni indicati nell'inventario redatto da un notaio, un credito di 15 milioni vantato verso la società lussemburghese Juky, 170 milioni in opere d'arte e gioielli che i fratelli si sarebbero spartiti dopo il decesso della nonna ma fatti figurare come regali consegnati quando era ancora in vita.

Ora invece la difesa afferma che era tutto alla luce del sole e che non ci sono stati raggiri: "Non è vero che siano state presentate dichiarazioni fiscali integrative che hanno fatto emergere patrimoni sconosciuti al fisco italiano. I fratelli Elkann hanno adempiuto a tutti gli oneri amministrativi e fiscali che spettano ai soggetti che ereditano da persone residenti all'estero, come indiscutibilmente era Marella Caracciolo". Parole con cui si intende sottolineare un punto chiave: secondo i legali, infatti, la residenza in Svizzera di Marella era reale, effettiva, non costruita ad arte come invece ipotizzano i pm. Quanto alle regalie, "i gioielli di cui si parla molto a sproposito erano certamente beni di proprietà di Marella Caracciolo, che ne ha disposto in vita come ha voluto".

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