(ANSA) - TORINO, 23 OTT - "Torino è stata per me il ritorno
in patria, nell'ottica di una città che ha una cifra diversa, la
compostezza sabauda, di cui ha bisogno il Paese. La politica
urlata, le polarizzazioni non stanno bene con me.
"Oggi raccolgo una sfida - dice -, perché avere questo
riconoscimento è un impegno per il futuro, sempre più a servizio
della città e del museo, perché essere direttore dell'Egizio è
un lavoro politico nel senso di mettersi a servizio della
polis". Il "lavoro ideale - aggiunge -. Per un egittologo poter
lavorare in questo museo è il sogno di una vita", ribadisce,
confidando anche un altro "sogno nel cassetto", quello di
"riuscire a studiare un po' e spero che in un prossimo futuro
possa esserci un periodo per studiare, che non significa
sottrarsi al lavoro, ma trovare nuove energie, spunti, modalità
di approfondimento per esser ancora di più al servizio del
museo".
Greco ricorda infine l'appuntamento per il bicentenario
dell'Egizio, con l'inizio delle celebrazioni il 20 novembre con
il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. (ANSA).
Greco, Torino insegna di compostezza di cui il Paese ha bisogno
Il mio sogno rimanere all'Egizio fino alla pensione