Piemonte

Avvocato scrive all'Ordine, 'prendere iniziative su Delmastro'

Legale milanese a Ordine Biella, 'mi vergogno delle sue parole'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 18 NOV - Un avvocato del Foro di Milano, Davide Steccanella, ha inviato una "segnalazione" all'Ordine dei legali di Biella, per chiedere di "intraprendere" iniziative nei confronti di Andrea Delmastro, iscritto a quell'Ordine come legale e sottosegretario alla Giustizia, "per quanto recentemente riportato dai principali organi di stampa nazionali".
    Secondo quanto si legge, scrive l'avvocato milanese, "parrebbe che in occasione della presentazione delle nuove auto in dotazione alla Polizia penitenziaria per la traduzione dei detenuti, cui l'avvocato Delmastro ha presenziato nella sua attuale qualità istituzionale di sottosegretario al Ministero della Giustizia, lo stesso abbia dichiarato pubblicamente: 'L'idea di vedere sfilare questo potente mezzo, di far sapere ai cittadini come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per me una intima gioia'".
    Ora, spiega Steccanella, "ferma restando l'assoluta libertà dell'avvocato Delmastro di provare 'intimamente' le gioie che meglio ritiene, che tuttavia, nel momento in cui formano oggetto di pubblica dichiarazione alla stampa cessano per ciò stesso di essere 'intime', quella esternazione mi ha procurato un notevole disagio perché proveniente da un collega avvocato".
    "Che il nostro Paese - si legge ancora - stia vivendo da tempo un'imbarazzante fase di diffuso 'giustizialismo forcaiolo' che non fa certo onore a uno Stato di diritto è cosa nota, ma che questo sentimento venga pubblicamente fatto proprio con ostentata soddisfazione da un operatore stesso del diritto, quale un avvocato o un giudice, rappresenta a mio parere un vulnus pericoloso per la credibilità stessa dell'istituzione Giustizia".
    E conclude: "Quest'anno che sono in corso presso i vari Ordini professionali le meritate celebrazioni per i 150 anni di Avvocatura, mai avrei immaginato che sarebbero state le inqualificabili parole di un collega a farmi vergognare di fare parte della nostra gloriosa categoria professionale". (ANSA).
   

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