Piemonte

Terzo calo consecutivo per la produzione industriale piemontese

Risultati peggiori per tessile e trasporti, tiene l'alimentare

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 20 NOV - Terzo calo consecutivo per la produzione industriale in Piemonte, che nel terzo trimestre presenta un segno negativo dello 0,5%. Il tessile-abbigliamento e i mezzi di trasporto registrano i risultati peggiori, con un calo rispettivamente del 5,6% e 4,4%, mentre si conferma la tenuta dell'alimentare (+3,4%) e della chimica-plastica (+1,6%).
    Emerge dall'indagine congiunturale sull'industria manifatturiera realizzata da Unioncamere e dagli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali in collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit.
    "Da tre trimestri consecutivi assistiamo a una flessione della produzione industriale. Questo andamento, sebbene contenuto rispetto a precedenti periodi di incertezza, merita un'attenta analisi e un monitoraggio costante. La nostra regione sta cambiando pelle: dobbiamo tenerne conto nella programmazione politica ed economica" commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte. "Nei primi tre trimestri del 2024 abbiamo erogato, in Piemonte, 1.061,5 milioni di euro di nuovi finanziamenti ai nostri clienti, dato in aumento rispetto ai primi 9 mesi del '23, di cui 671,5 alle imprese, dato anch'esso in crescita" aggiunge la regional manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti. "I dati evidenziano le sfide che il tessuto industriale piemontese sta affrontando, ma anche le opportunità per un cambiamento profondo e strutturale. Siamo convinti che il Piemonte possa diventare un esempio virtuoso di resilienza e innovazione. Nel 2024 abbiamo erogato oltre 2,2 miliardi di euro a imprese e famiglie della regione", sottolinea Agostino Deiana, direttore commerciale Imprese Piemonte Nord, Valle d'Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo.
    Un focus sulle infrastrutture mette in evidenza che per il 37% delle imprese manifatturiere intervistate la rete complessiva del territorio in cui si inserisce l'azienda è buona/ottima, per poco meno di un'impresa su due è sufficiente, mentre il 15% la giudica molto carente/insufficiente. (ANSA).
   

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