Piemonte

'Odio social non come nella vita reale', richiesta di archiviazione. Ma il legale di Cristina Seymandi chiede l'imputazione coatta degli hater

Si oppone alla richiesta della Procura per cui sui social "non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati e eleganti"

Cristina Seymandi

Redazione Ansa

Dopo la richiesta di archiviazione della procura per gli hater che avrebbero diffamato Cristina Seymandi, il legale Claudio Strata, chiede al giudice di ordinare il proseguimento delle indagini o l'imputazione coatta. Lo riporta La Stampa. La decisione di archiviare, secondo il pm Furlan, è supportata dal fatto che nel social "non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati e eleganti. La progressiva diffusione di circostanze attinenti la vita privata e la diffusione dei social ha reso comune l'abitudine ai commenti, anche con toni robusti, sarcastici, polemici e inurbani". 

Il contesto in cui erano nati i commenti social era stato quello in cui l'ex fidanzato Massimo Segre nel luglio del 2023 annunciò pubblicamente la rottura del loro fidanzamento addebitando alla manager presunti tradimenti. È a questo punto che comparvero insulti di vario tipo sui social all'indirizzo di Seymandi.
    "Si vuole davvero - scrive ora l'avvocato Strata nell'opposizione - fare passare la cattiveria e la brutalità dei commenti come fisiologiche espressioni di un diritto di critica in ragione del contesto dialettico nel quale sono realizzate le condotte? Tale epilogo - c'è scritto nell'atto ora al vaglio del gip - si rivelerebbe assai pericoloso, in quanto legittimerebbe qualsivoglia individuo a esprimersi nelle più volgari, offensive e denigratorie maniere in qualunque contesto, sconfinando nella aggressione gratuita alla sfera morale altrui o nel dileggio o disprezzo".
    Il pm, da parte sua, ha motivato la decisione di archiviare anche così: "La progressiva diffusione di circostanze attinenti la vita privata e la diffusione dei social ha reso comune l'abitudine ai commenti, anche con toni robusti, sarcastici, polemici e inurbani", oltre a rilevare l'impossibilità di identificare tutti gli odiatori che hanno agito sui social. "Per ciascun commento offensivo - ribatte il legale di Seymandi -abbiamo allegato il link che indirizzava al profilo dell'utente e c'è la relazione dell'esperto consulente tecnico informatico, che attesta la veridicità della corrispondenza tra articolo, commento e profilo dell'autore del commento".

   

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