(ANSA) - TORINO, 14 DIC - Per l'industria "è la peggior crisi
degli ultimi decenni, rischiamo di vedere scomparire interi
comparti. E' peggio che all'epoca del Covid".
Le previsioni per il primo semestre 2025 indicano che per
circa il 50% delle imprese i livelli di produzione, ordini e
fatturato continueranno a contrarsi. I livelli di produzione -
già esigui - sono attesi in calo per il 58,2% delle imprese.
Il grado di fiducia degli imprenditori è ampiamente negativo,
con un saldo ottimisti-pessimisti pari al -28,1%. Le filiere
maggiormente esposte sono l'industria, con un saldo del -52,9%,
la manifattura, -47,3%, le costruzioni, -37,5%.
Ad oggi, solo il 31,9% delle imprese ha in programma nuovi
investimenti. Per i prossimi mesi è atteso un "ulteriore e
deciso aumento" fino al 37,2% delle imprese degli ammortizzatori
sociali
"Non è esagerato pensare che di fronte a dati di questo
genere le prospettive dell'industria a Torino, e in particolare
di quella manifatturiera, siano davvero ridotte ai minimi
termini. Non siamo davanti ad una crisi congiunturale ma
strutturale, della quale, tra l'altro, non si vede la fine"
Secondo il presidente di Api Torino, "accanto a progetti di
medio-lungo termine servono interventi rapidi e decisi. Per
l'automotive e la manifattura in particolare, serve un piano
simile al Pnrr".
Cellino elenca alcuni interventi da "mettere in cantiere
subito: moratoria sugli interessi per gli investimenti già
effettuati per adeguarsi al green deal, rifinanziamento dei
contratti di sviluppo, misure per la ricapitalizzazione delle
imprese, immediata forte riduzione del cuneo fiscale, modifica
delle regole sugli ammortizzatori sociali". E, inoltre, "misure
per alleviare la pressione economica a cui sono sottoposte le
imprese come la deducibilità totale degli interessi passivi per
il conteggio dell'Irap e la concessione alle imprese che hanno
realizzato investimenti dopo il Covid di un contributo per
mitigare l'effetto negativo della crisi". (ANSA).
Presidente Api Torino,'peggior crisi industriale ultimi decenni'
Molto negative le previsioni per il 2025 del centro studi