Piemonte

Repole, a Natale riscoprire il silenzio per ascoltare gli altri

"Solo così vediamo meglio e più a fondo la realtà"

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 23 DIC - "Perché la parola eterna possa essere accolta e diventare fonte di speranza e comunione ci vuole un profondo silenzio. Viviamo il vero Natale quanto più ci allontaniamo da quello consumistico: nei giorni che lo precedono vedo ansia, frenesia, una corsa continua superiori agli altri periodi e che, finite le feste, lascia a volte un senso di svuotamento, anche di infelicità". A riflettere sulla necessità di riscoprire, soprattutto in questo periodo dell'anno, la "capacità del silenzio, anche interiore, che ci permette di vedere meglio e più a fondo la realtà", è l'arcivescovo di Torino, cardinale Roberto Repole.
    Un silenzio, dice all'incontro natalizio con i giornalisti, "che ci permette, ad esempio, di vedere meglio le moltissime solitudini che ci sono anche in questa città. La solitudine di tanti anziani, tanti malati, dei carcerati" osserva, sottolineando che il carcere "sembra una realtà estranea alla città" e su di esso i riflettori dell'opinione pubblica "si accendono quando succede qualcosa di tragico e poi lo si dimentica".
    Per Repole il silenzio del vero Natale "ci consente di ascoltare meglio la realtà e ciò che passa nel cuore degli altri. Fino a qualche tempo fa - dice - pensavo che l'empatia fosse una cosa abbastanza comune, ora mi sembra merce rara. Fare silenzio ci consente di accostare l'altro come altro, di chiederci cosa sta vivendo e di ascoltare le paure. Ci vuole il silenzio per poter vedere ciò che nel caos e nella fretta a volte sfugge, a volte anche a chi dovrebbe monitorare la realtà". (ANSA).
   

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