(ANSA) - CATANZARO, 27 GIU - Sono complessivamente 24 le
aziende confiscate alla criminalità organizzata nella provincia
di Catanzaro, per lo più nel settore delle costruzioni e del
commercio. Il 33,3% risulta non più attivo, il 37,5% ancora in
esercizio, il 25% con procedure concorsuali in corso e il 4,2%
con attività sospese.
Il progetto ha avuto quale principale obiettivo quello di
diffondere la conoscenza dei contenuti e le modalità di accesso
al portale "Open data Aziende confiscate" e incentivare
l'utilizzo dei dati. Il format si è sviluppato in due fasi: la
prima con funzione promozionale e di incentivo alla conoscenza
per poi dipanarsi in una serie di webinar e di laboratori aventi
temi specifici: analisi del contesto esterno, tecniche di
analisi delle aziende confiscate (estendendo l'analisi anche
alla fase del sequestro), accesso ai finanziamenti, costruzione
di reti, partnership
pubblico-privato, monitoraggio civico, modalità di restituzione
delle aziende all'economia legale, proposte migliorative del
funzionamento dei tavoli provinciali istituiti nelle prefetture.
Il progetto è arrivato nei giorni scorsi a conclusione e nella
sede della Camera di commercio di Catanzaro si è svolto il
convegno finale coordinato dalla referente, Raffaella Gigliotti,
che, dopo avere portato i saluti del segretario generale Bruno
Calvetta, ha illustrato l'approccio che ha deciso di abbracciare
l'ente camerale nello svolgimento del progetto: una vision
innovativa che punta alla diffusione della cultura quale
principale leva di sviluppo ma, soprattutto, per il contrasto
all'illegalità.
"I laboratori svolti a Catanzaro - ha detto Raffaella Gigliotti
- si sono focalizzati sul concetto di culturalizzazione del
territorio come approccio inedito e identitario al tema della
valorizzazione delle aziende confiscate e nel solco della
diffusione della cultura della legalità. L'affermazione della
cultura di impresa come strumento per contrastare l'illegalità".
L'iniziativa ha permesso di attivare uno scambio proficuo fra
esperti facilitatori e partecipanti, espressione di istituzioni
governative, forze dell'ordine, ordini professionali,
associazioni di categoria, organismi del terzo settore. Tutti
direttamente o indirettamente impegnati nell'azione di contrasto
all'illegalità e nella valorizzazione e gestione delle aziende
confiscate.
All'evento conclusivo hanno partecipato anche Stefania
Pellegrini, docente dell'università di Bologna, e Mario
Caligiuri, ordinario di Pedagogia della comunicazione
all'Università della Calabria, che hanno illustrato gli esiti
delle attività laboratoriali, mentre le analisi di
approfondimento sono state
elaborate da Paolo Cortese, del Centro Studi Tagliacarne. A
tirare le somme del progetto Giuseppe Del Medico, responsabile
del progetto Unioncamere nazionale, che ha sottolineato anche
l'importante ruolo di supporto svolto dal sistema camerale
proprio per consentire il riutilizzo e il reintegro delle
imprese confiscate nel mercato legale, che va oltre gli
adempimenti procedurali relativi al registro imprese,
comprendendo l'attività di monitoraggio.
In apertura dei lavori è intervenuto il presidente della Camera
di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro
Falbo, che ha sottolineato come "sia necessario non disperdere
il patrimonio di competenze acquisito dalle imprese sottoposte a
confisca. Iniziative come queste - ha detto Falbo - servono a
creare percorsi virtuosi di recupero delle attività
imprenditoriali verso circuiti sani e utili al nostro sistema
produttivo".
Gli esiti del lungo lavoro portato avanti dalla Camera di
commercio hanno trovato, infine, sistemazione in una serie di
quaderni tematici, in cui sono presentati gli obiettivi e le
esigenze rispetto al tema trattato e sono illustrate le proposte
emerse dal confronto, con a corredo un'appendice
economico-statistica ed alcune schede normative. Quello
specifico sull'esperienza della sede catanzarese della Camera di
Commercio e del suo territorio di riferimento è intitolato
"Analisi del contesto esterno per la definizione dei fattori di
localizzazione delle aziende confiscate per supportare l'azione
di analisi del rischio". La destinazione dei quaderni, in
particolare, è quella di rappresentare ai tavoli di sviluppo, ai
diversi livelli istituzionali, le istanze di ogni singola realtà
provinciale, così come lo scenario italiano nella sua unitarietà
come concreta e utile piattaforma programmatica. (ANSA).
Camere commercio: Cz-Kr-Vv, concluso progetto Open Knowledge
Presidente, "restituire aziende confiscate ad economia sana"