Principi, principesse, castelli incantati, lupi e avventure: in quanti ci siamo appassionati alla lettura, sin da piccoli, viaggiando in mondi fantastici assieme ai personaggi più caratteristici e sui generis delle fiabe? Tutte iniziano con “C’era una volta”, ma tra il più diffuso degli incipit e la risoluzione del “vissero tutti felici e contenti” si dispiegano universi, sogni, avventure e peripezie di ogni genere, capaci di affascinare tutti, grandi e piccini. Le fiabe, questo è certo, non sono mai abbastanza, ed è per questo che, quando ai personaggi più classici e amati della letteratura vengono affiancate nuove trame o si immaginano per essi percorsi inaspettati, queste diventano ancora più interessanti e coinvolgenti, perché mostra, in maniera semplice, quanto i sogni siano destinati a non morire mai.
Il libro d’esordio di Carmela Murtas, pubblicato dal Gruppo Albatros il Filo, si intitola Nella vita come nelle fiabe! e – come suggerisce il titolo – riesce a trovare un ponte di comunicazione tra quelle storie sognanti, fuori dal tempo e dallo spazio, e la nostra realtà quotidiana: queste due dimensioni infatti possono essere più vicine di quanto pensiamo, soprattutto se si guarda alla vita di tutti i giorni sempre con meraviglia e con un pizzico di immaginazione. “Perché scrivere proprio una raccolta di fiabe? La risposta è molto semplice: nelle loro trame e nei loro personaggi chiunque può ritrovarsi, e sottolineo “ritrovarsi” non rispecchiarsi, perché il ritrovarsi presuppone sempre perdersi e ricercarsi. Nelle fiabe questo è sempre possibile, perché dietro l’angolo c’è sempre un narratore attento che pensa a tutto ed è pronto a intervenire nei momenti di difficoltà. Qualcuno potrebbe chiedersi se anche nella vita reale esista un narratore simile, io credo proprio di sì ma non si tratta di un narratore esterno, perché ognuno di noi è narratore di sé stesso; ci narriamo e ci raccontiamo agli altri intrecciando le trame della nostra vita. Alcune volte lo facciamo inconsapevolmente, altre volte ci imponiamo di farlo, e altre volte ancora abbiamo bisogno di un aiutante ma, tutto sommato, basta crederci e non mollare mai. È proprio qua che sta la nostra forza, nel lottare per fare in modo che quelle trame diventino un meraviglioso capolavoro, proprio come nelle fiabe!”. Con queste parole l’autrice accoglie i suoi lettori nel mondo delle sue storie, dedicate “a tutte quelle principesse che non hanno mai partecipato a un ballo” o “a tutti quei principi che sono rimasti ranocchi per sempre”, perché ciascuno nella vita come nelle fiabe, possa ottenere il proprio lieto fine.
Attraverso una spiccata e coinvolgente ironia, Carmela Murtas sposa alla perfezione la realtà e la fantasia, ma per farlo è necessario avere un piccolo aiuto: ci sarà un personaggio misterioso, la più celebre probabilmente tra tutti i personaggi fiabeschi finora esistiti, che metterà il suo candido zampino in ciascuno dei cinque racconti narrati. Attraverso la sua guida buffa e sgangherata, il lettore come un novello Piccolo Principe fluttua e atterra, per primo, nel mondo di Cenerentola. Tuttavia quell’aura di magia che avvolge questa splendida fiaba lascia immediatamente il passo a un dubbio: e se la sua storia fosse diversa da quella che conosciamo? Se la protagonista stessa avesse inventato qualche dettaglio, illudendo tutte le ragazze che nel tempo si sono immedesimate in lei? Se il principe azzurro tanto desiderato non fosse mai realmente esistito? Questo certamente infrangerebbe le speranze di generazioni e generazioni di sognatori, ma andiamo per ordine. La storia di Cenerentola riparte dall’inizio, questa volta però la protagonista non è lei, bensì le tanto celebri scarpette: saranno loro lo strumento dell’amore, perché un passo dopo l’altro sapranno guidare la fanciulla tra le braccia di un uomo che, pur non essendo un principe, sarà pronto a vagare in lungo e in largo pur di ritrovare la sua anima gemella.
Quasi senza dare il tempo al lettore di prendere fiato dopo questo primo racconto, ecco che la misteriosa starlette delle fiabe è già pronta a curiosare dentro una dimora decisamente bizzarra: una casa senza muri. Ad abitarla è Oras, una fanciulla che, nella sua vita solitaria ha rinunciato a tutto, tranne alla lettura. Una storia dopo l’altra, fra mille peripezie, la fantasia della protagonista galoppa rapida e feconda, fino al momento in cui troverà sul suo cammino la personificazione di tutto il suo immaginario: Mystère, un cavaliere con il quale l’amicizia diventerà presto molto di più. Ogni rosa, però, ha le sue spine: il finale di questa storia non sarà non sarà zuccheroso come ci aspettiamo, perché un sortilegio aleggia sui nostri poveri protagonisti. Se riusciranno, anche nella più tragica delle circostanze, a vivere per sempre felici e contenti, lo scopriremo – forse – soltanto alla fine della storia.
Nel terzo racconto si vola su nel cielo, in quel luogo in cui il sole e la luna vegliano la vita degli uomini: è lì che vivono i protagonisti della storia, un piccolo condottiero e una giovane sognatrice, entrambi accomunati dalla stessa fantasia sognatrice. La loro è un’amicizia indissolubile, ma anche in questo caso nulla è destinato a rimanere sempre uguale a sé stesso: ci saranno degli ostacoli e tanti momenti struggenti, la ricetta perfetta per una storia allo stesso tempo romantica e triste. Per i lettori più emotivi, tuttavia, non c’è da preoccuparsi, perché la nostra misteriosa guida delle fiabe riuscirà a sdrammatizzare e strappare un sorriso anche nei momenti di maggiore pathos.
Se fino a quel momento il narratore è stato paziente nei confronti della sua compagna fiabesca, nel quarto racconto inizia a indispettirsi: quante sorprese, però, può portare con sé una fanciulla come lei! Se il protagonista di questa storia dovrà affrontare le proprie paure, per coronare un amore diverso da quello che potremmo aspettarci, sarà proprio quella candida guastafeste a mostrare tutta la sua profondità ed empatia, sorprendendoci come sempre sul più bello. Sarà per questo motivo che l’ultima storia la racconteranno insieme, lei e il narratore, una vicenda entusiasmante di principi e principesse: i protagonisti saranno chiamati ad affrontare un viaggio su un sentiero talvolta tortuoso, sul quale incontreranno un aiutante d’eccezione. Il senso di questo percorso è racchiuso nel cuore di tutti i lettori: la migliore metafora per giungere alla conclusione del libro.
Dopo aver viaggiato per mondi fantastici e aver visto alcuni dei personaggi più tradizionali delle fiabe alle prese con le sfide, i pensieri e le emozioni di tutti i giorni, ci accorgiamo di quanto a fare la differenza non siano tanto le circostanze che viviamo, quanto il nostro sguardo su di esse. Il messaggio evidente che ciascuna storia porta con sé sta nell’invito a non chiudere mai le porte all’amore, perché quando si è capaci di riconoscerlo questo ci sorprende sempre, anche nella sua forma meno convenzionale. Non sarà un principe a salvare la fanciulla in pericolo, o forse la principessa dovrà affrontare da sola i pericoli per diventare più forte e indipendente, o ancora vedremo quanto l’amicizia non sia altro se non una delle infinite declinazioni dell’amore, altrettanto intensa e significativa. Ma soprattutto scopriremo che, anche quando sembra di essere giunti a un vicolo cieco, la situazione ci sta sfuggendo di mano e non si vede altra soluzione se non abbandonarsi allo sconforto, basta una parola amica per far tornare il buonumore, è sufficiente sdrammatizzare perché il sorriso possa sorgere ancora sulle labbra. E se per i più piccoli questi racconti saranno una dolce compagnia, per aggiungere tasselli al loro già ricco immaginario, essi saranno ancora più significativi e preziosi per gli adulti: perché nella vita, come nelle fiabe, c’è sempre un pizzico di magia. L’importante è essere capaci di riconoscerla.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it