Con "Profumo di casa", Carola Bruera ci invita a intraprendere un viaggio emozionante che attraversa le pieghe più intime della memoria, della crescita e dell’identità personale. L’opera, pubblicata da Europa Edizioni, non è solo un racconto autobiografico, ma una riflessione profonda sulla capacità di radicarsi in un luogo e nel tempo, e sulla forza che scaturisce dalla connessione con le proprie origini: un’opera che si snoda tra la dolcezza dei ricordi e la ricerca del proprio equilibrio, offrendo una narrazione che non solo racconta il passato dell’autrice ma lo rivive e lo fa risuonare nell’anima del lettore.
Il cuore pulsante del racconto è Portoscuso, un paesino di mare in Sardegna, che non si limita a fare da sfondo, ma diventa un vero e proprio protagonista della narrazione. La descrizione del luogo è ricca di dettagli sensoriali che contribuiscono a creare un’atmosfera tangibile e vibrante. Il profumo salmastro delle onde, le bouganville che adornano i muri bianchi delle case, la tradizione che si respira nell’aria: tutto ciò contribuisce a trasmettere il senso di un legame viscerale con il territorio. Non si tratta semplicemente di un paesaggio fisico, ma di una geografia emotiva che riempie ogni angolo del racconto. La pesca del tonno, descritta con vividezza e passione, non è solo un lavoro, ma una tradizione che incarna la forza e la fatica della comunità, ed è attraverso questa tradizione che Bruera, autrice e protagonista di questa narrazione, esplora le dinamiche culturali e antropologiche del suo paese d’origine.
In questo scenario, la casa della nonna emerge come un simbolo importante. Il luogo che accoglie, che custodisce i ricordi, che preserva l’intimità di legami familiari indissolubili. Non è semplicemente un’abitazione, ma uno spazio che, nel tempo, diventa il punto di riferimento di una vita che si intreccia con il passato e con il presente. Situata sul lungomare, la casa della nonna è il crocevia di storie che si passano di generazione in generazione, un luogo che, pur cambiando con gli anni, rimane immutato nella sua essenza di rifugio e di accoglienza. Bruera riesce a restituire con una delicatezza straordinaria la sensazione di sicurezza che solo una casa familiare può dare, e ogni visita a questo rifugio diventa un momento di rinascita, un’occasione per rivivere un legame che non può essere spezzato dal tempo.
Carola Bruera descrive i momenti cruciali della sua vita con una sincerità e un’intensità che toccano profondamente il lettore. Dall’infanzia spensierata a Portoscuso alla fase dell’adolescenza, segnata dal distacco da una terra amata per approdare a Lignano Sabbiadoro, Bruera ci mostra come il cambiamento possa essere intrapreso sia consapevolmente che non, facendo scaturire in chi lo vive una forza sorprendente e inaspettata. Il contrasto tra la Sardegna e Lignano, la serenità rurale e la frenesia del turismo, alimenta un senso di nostalgia che permea l’opera, ma non come un semplice rimpianto. È piuttosto un sentimento che nasce dalla consapevolezza di quanto l’appartenenza a un luogo, e alla sua cultura, possa definire chi siamo. La Sardegna, in questo racconto, non è solo una regione geografica, ma un archetipo di casa che, pur lontana, continua a vivere nel cuore dell’autrice. L’incontro con il mare, il tentativo di riconnettersi con la sua essenza, diventa il filo conduttore che collega passato e presente, con il mare che non è solo il mare fisico, ma un simbolo di libertà, di speranza e di rigenerazione.
L’incontro con Stefano dà al racconto una dimensione intima e universale. Il rapporto che si sviluppa tra i due, fondato su una profonda affinità poetica e sull’amore condiviso per la vita, diventa il punto di riferimento per Bruera in una fase della sua vita in cui, finalmente, la stabilità affettiva e familiare le consente di superare le difficoltà. La casa che Stefano e Bruera creano insieme diventa simbolo della vita che costruiscono insieme, un microcosmo di affetti, un’estensione della casa che ha segnato l’infanzia dell’autrice. Il legame con Stefano non è solo fisico, ma spirituale, un ancoraggio che sostiene Bruera nelle sfide quotidiane e nella ricerca della serenità.
Un aspetto fondamentale della narrazione in "Profumo di casa" è la maternità. La nascita dei figli, Anna e Francesco, segna un momento di passaggio per l’autrice, un evento che segna l’inizio di una nuova vita, sia nel senso stretto della genitorialità che in quello più ampio della crescita personale. La diagnosi della sindrome di Williams di Francesco, trattata con una straordinaria delicatezza, è uno dei momenti più toccanti del libro. Bruera non nasconde la difficoltà di affrontare l’incertezza, il dolore, ma allo stesso tempo racconta la gioia e la speranza che la maternità porta con sé. La forza d’animo mostrata dalla madre nell’affrontare le sfide quotidiane e nel sostenere il figlio in momenti di isolamento, diventa un tema centrale che attraversa tutto il racconto.
Le amicizie giocano un ruolo centrale nell’evoluzione emotiva di Carola Bruera. Le figure di Angela e Barbara sono le amiche che, nella loro lealtà e presenza costante, offrono supporto nei momenti più difficili. I legami di amicizia dell’autrice, che descrive dettagliatamente, rivelano l’importanza dei suoi affetti e la spontaneità dei suoi sentimenti. Anche le nuove amicizie incontrate a Lignano, come quelle con Raffaella e Stefano, sono una risorsa fondamentale per Bruera, che trova nuove forme di solidarietà e comprensione, arricchendo ulteriormente il suo racconto di vita. L’amicizia, in tutte le sue sfumature, emerge così come una delle chiavi di lettura della vita dell’autrice, un riflesso delle sue esperienze e della sua capacità di adattarsi a nuovi ambienti.
In questo contesto, "Profumo di casa" si rivela un testo che celebra la bellezza della vita quotidiana, con tutte le sue difficoltà e le sue piccole gioie. Bruera riesce a trovare un equilibrio tra la profondità dei temi trattati e la leggerezza con cui li racconta. La scrittura, che alterna momenti di intima riflessione a scene di vita quotidiana, crea un’atmosfera in cui il lettore può immedesimarsi completamente, partecipando a ogni emozione e a ogni cambiamento. L’ironia, sempre presente, rende il racconto autentico e non appesantisce mai, ma anzi aggiunge una dimensione di realismo che rende i personaggi, e le loro esperienze, ancora più vicini a chi legge.
"Profumo di casa" è un’opera che va oltre il semplice racconto autobiografico. Carola Bruera offre una riflessione sul significato di casa, identità e appartenenza, temi universali che toccano ogni lettore. Con una scrittura poetica, intensa e mai banale, l’autrice ci conduce attraverso le sfide della vita, i legami familiari e le difficoltà quotidiane, ma ci lascia anche con un senso di speranza e gratitudine per le esperienze che formano la nostra vita. Il libro di Carola Bruera, infatti, non solo si legge, ma si vive, e rimane impresso nella memoria molto tempo dopo aver letto l’ultima pagina.