Un’opera autobiografica può diventare un atto di resistenza: un tentativo di trattenere nelle parole il caos dell’esistenza, non necessariamente per trovarvi un ordine, ma forse solo per renderlo abitabile. Il coraggio di questi racconti sta nella capacità di invitare il lettore a specchiarsi nella vulnerabilità dell’autore: a colpire, al di là della cronaca di eventi eccezionali, è il riconoscimento, quasi doloroso, che quelle ferite e quelle lacrime potrebbero essere anche le nostre.
Se la scrittura è una forma di resistenza, allora la memoria è la sua linfa vitale: in “Lacrimando”, Eleonora Murtinu intreccia passato e presente con la delicatezza di chi sa che ogni ricordo è al tempo stesso un conforto e una ferita. Con una precisione quasi chirurgica, Murtinu scava nei momenti cardine della sua esistenza, lasciando emergere i dettagli che definiscono non solo ciò che è accaduto, ma soprattutto ciò che ha significato. Le sue parole sembrano dirci che non si vive pienamente senza prima fare i conti con la propria storia. Ogni lacrima versata, ogni istante di gioia o sconforto, diventa materiale grezzo che la memoria trasforma, come un artigiano al lavoro. Eleonora Murtinu rivendica con coraggio la propria fragilità, trasformandola in un elemento costitutivo della sua identità. È una scelta potente, che sposta il focus dal superamento al riconoscimento: non si tratta di sconfiggere il dolore, ma di abbracciarlo, di lasciarlo essere parte integrante del racconto.
Murtinu racconta la sua vita senza filtri, con una trama tessuta di emozioni crude e sincere. Ci parla della maternità, della malattia, del fallimento economico e delle cicatrici lasciate dalle relazioni. Dopotutto, è nella vulnerabilità che si trovano le radici dell’empatia. La sua capacità di condividere le proprie fragilità ci spinge a fare lo stesso, a riconoscere che il valore dell’umano non risiede nella perfezione, ma nella capacità di entrare in connessione con gli altri. Le sue parole ci accolgono come farebbe un vecchio amico, senza giudizio, con quella comprensione che solo chi ha affrontato il proprio dolore può offrire.
La narrazione non procede in linea retta, ma si articola come un mosaico, fatto di frammenti di vita che compongono un quadro complesso e coerente. In questo mosaico, un tassello spicca più di tutti per forza e intensità: la maternità. Eleonora Murtinu la dipinge come un'esperienza totale, fatta di gioie infinite e fatiche inaspettate. Il figlio Alessandro è il filo rosso che attraversa tutta la narrazione, un’ancora che tiene insieme i frammenti. Murtinu narra con sincerità disarmante le sfide del diventare madre: il travaglio fisico, le ferite psicologiche, la perdita dei primi momenti con il neonato a causa di una infezione contratta durante il parto. Ma è proprio attraverso questi momenti che emerge una forza straordinaria, capace di trasformare la sofferenza in amore, la vulnerabilità in determinazione.
Se la maternità in "Lacrimando" rappresenta il filo conduttore che intreccia amore e continuità, la malattia — nello specifico la sindrome di Guillain-Barré — si impone come la cesura più radicale, il momento in cui la trama della vita si spezza per poi essere ricucita con un filo diverso. È una rottura che costringe Eleonora Murtinu a fermarsi, a confrontarsi con il proprio corpo e con la vulnerabilità che lo accompagna, trasformando quella che poteva essere una sconfitta in un’occasione di rinascita. La narrazione della malattia si snoda come una discesa negli abissi del corpo e della mente. Murtinu racconta senza sconti la paralisi progressiva, il dolore, la paura di perdere ogni autonomia, il confronto quotidiano con l’impotenza. Ma è proprio da questa condizione estrema che emerge una forza inattesa. Murtinu ci invita a guardare alla malattia non come una parentesi, ma come una parte integrante della vita, una condizione che può rivelare la nostra capacità di adattamento.
Tra i tanti tasselli che compongono il mosaico di "Lacrimando", l’amore per Anna occupa un posto di rara intensità emotiva. Non è solo una storia d’amore, ma una rivoluzione silenziosa che sconvolge le fondamenta della vita di Eleonora Murtinu, trasformandola in una donna capace di abbracciare una nuova dimensione di sé. L’incontro con Anna è graduale, come una luce che si accende lentamente in una stanza buia. Anna rappresenta l’equilibrio che Eleonora cerca, il complemento perfetto alla sua natura emotiva e istintiva. Con il suo carattere pratico e concreto, Anna offre un ancoraggio stabile, una presenza sicura su cui l’autrice può contare anche nei momenti più difficili. Questo amore è anche un atto politico e poetico, la celebrazione della libertà di amare chiunque ci completi, al di là di convenzioni e aspettative. In Anna, Eleonora trova non solo una moglie, ma un’alleata, una compagna di viaggio, una presenza capace di trasformare la quotidianità in un’avventura condivisa.
La forza della scrittura di Murtinu sta proprio nel sottrarsi a ogni tentazione di eccesso, lasciando che le emozioni emergano dal racconto stesso, dalle sue pieghe, dai dettagli. È un linguaggio che parla al lettore come farebbe un’amica: senza pretese, senza artifici, ma con una sincerità che tocca nel profondo. Questa scelta di stile riflette una poetica precisa: la convinzione che la scrittura debba avvicinarsi alla vita e non sovrastarla. È una semplicità che nasconde una complessità profonda, fatta di intensità ed emozioni.
"Lacrimando" ci sprona a rialzarci, a non cedere al dolore, ma a trasformarlo in energia vitale. È una narrazione che accoglie il lettore con un abbraccio, offrendogli non solo un racconto, ma una possibilità, un esempio, una via da poter percorrere quando tutto sembra ormai perduto. Eleonora Murtinu non tenta mai di mascherare la fatica o la sofferenza; al contrario, le rivendica con coraggio, mostrando come anche le esperienze più difficili possano essere affrontate senza rinnegare la propria umanità. Non si tratta di superare il dolore, ma di attraversarlo, di accoglierlo come parte integrante del vivere. La speranza non è una promessa astratta, ma una scelta quotidiana, un atto di volontà che si rinnova ogni giorno.
Murtinu non offre soluzioni semplici né verità assolute. Il suo messaggio, radicato nell’esperienza, ci invita a vivere la complessità della vita senza paura di affrontarne i lati più oscuri. Non c’è un lieto fine prestabilito, ma un continuo lavoro di ricostruzione, una paziente tessitura che trasforma il dolore in bellezza. In "Lacrimando", le lacrime curano perché raccontano. È attraverso il racconto che il dolore si trasforma, che la memoria diventa un ponte verso la speranza. Alla fine del viaggio, Murtinu ci lascia con una certezza: anche nei momenti più bui, esiste una luce. La vera forza è saperla cercare, accettare di cadere per poi rialzarsi, lasciando che ogni lacrima sia un passo verso la vita.