Quarant’anni, leccese d’origine – anche se da anni lavora a Milano – e con una grande passione per i diritti dei contribuenti.
È questo l’identikit dell’Avvocato Matteo Sances, colui che ha scoperto la legge che annulla i debiti col Fisco con una semplice lettera.
Ebbene sì, da qualche mese ormai le riviste giuridiche italiane (e non solo) riportano una serie di sentenze “rivoluzionarie” su questo tema, come la recentissima pronuncia della Corte D’Appello di Lecce n.1539/2018.
Per capirne di più abbiamo chiesto chiarimenti direttamente all’Avv. Sances.
Allora avvocato, può raccontarci come tutto è iniziato?
Certamente. Fin dai tempi dell’Università avevo una forte passione per la materia fiscale e in particolare per i diritti dei contribuenti e già allora mi ero reso conto che qualcosa non tornava nel sistema fiscale italiano. Indipendentemente dall’alto livello della pressione fiscale, non ho mai sopportato il numero elevato di leggi e leggine tra l’altro di difficile comprensione anche per noi professionisti.
Ecco perché anni fa, insieme ad altri amici e colleghi, ho costituito un Centro Studi che ha proprio la finalità di informare i contribuenti in merito ai loro diritti.
Proprio con questo obiettivo da alcuni anni ho focalizzato la mia attenzione sulle Leggi Finanziarie che vengono varate ogni anno.
Il motivo è presto detto. Tali leggi nascono per regolare la politica economica del nostro Paese ma in quest’ultimo decennio sono diventate un immenso serbatoio contenente le norme più disparate.
Ebbene, nel gennaio 2013 andando a spulciare la Legge Finanziaria appena varata (legge n.228 del 24/12/2012), mi sono accorto che alcuni commi dell’articolo 1 – precisamente quelli che vanno dal 537 al 544 – avevano una portata rivoluzionaria.
Tali norme, infatti, prevedevano che entro novanta giorni dalla notifica di un qualsiasi atto esattoriale, il contribuente potesse fermare l’azione del concessionario con una semplice dichiarazione indicante i motivi di illegittimità dei tributi (la norma è stata modificata nel 2015 anche se ancora oggi mantiene aspetti molto rilevanti).
Ovviamente, la parte più importante di questa legge è sicuramente quella che stabilisce l’annullamento del debito in caso di mancata risposta del Fisco. Infatti, il comma 540 prevede espressamente che “trascorso inutilmente il termine di duecentoventi giorni dalla data di presentazione della dichiarazione le partite … SONO ANNULLATE DI DIRITTO…”.
Ebbene, da subito abbiamo evidenziato l’importanza di questa norma che – con nostro grande stupore – non era stata pubblicizzata né dal Legislatore né dai giornali.
Tale situazione è andata avanti per mesi finché, con l’avvio delle prime cause giudiziarie da noi avviate a tutela dei contribuenti, sono arrivate le prime sentenze (si veda, ad esempio, la sentenza n.1531/05/2017 della Commissione Tributaria Regionale di Milano oppure la sentenza della Corte D’Appello di Lecce n.1539/2018 liberamente disponibili su www.studiolegalesances.it – sez. Documenti).
Alcune di queste pronunce sono ormai definitive (come quella della Corte d’Appello di Lecce) mentre per altre ho dovuto proporre ricorso in Cassazione ma ciò che ritengo importante è che questo diritto dei contribuenti sia finalmente diventato di pubblico dominio.
Solo grazie a queste pronunce tale diritto ha oggi pieno riconoscimento, tanto da trovarlo indicato nelle istruzioni degli atti esattoriali (si vedano ad esempio le informazioni fornite sulle cartelle di pagamento e sugli altri atti fiscali).
Di tutto ciò parlerò a Milano il prossimo 10 ottobre 2019 insieme al Dott. Marcello Guadalupi e allaDott.ssa Donatella Dragone, noti commercialisti milanesi, in un evento organizzato per imprenditori e professionisti da MilanoPercorsi in collaborazione con ASAC (Associazione per lo Sviluppo delle Agenzie di Conciliazione) intitolato “IL TRIBUTO SI ANNULLA SE IL FISCO NON RISPONDE” e faremo il punto della situazione in merito a questa importante legge (link del convegno: http://www.milanopercorsi.it/il-tributo-si-annulla-se-il-fisco-non-risponde/ ).
Secondo Lei perché una norma così importante non è stata subito pubblicizzata? Che spiegazione si è dato?
Obiettivamente non so dare una risposta.
Sicuramente è grave che una norma così importante sia stata inserita all’interno di un articolo di legge con più di 500 commi e sia passata inosservata.
Quello che posso dire è che a mio avviso il rapporto tra Fisco e contribuenti deve necessariamente cambiare e diventare più “umano”.
Faccio un esempio: in Italia abbiamo circa 760.000 imprese e il 76% di esse sono Piccole e Medie Imprese e tra queste l’86% sono addirittura Micro Imprese (con pochissimi dipendenti e un fatturato inferiore a 2 milioni di euro; dati del 2018 presi da Camera di Commercio e Banca d’Italia).
Questo vuol dire che gran parte della ricchezza di questo Paese viene creata da imprenditori e professionisti che lavorano praticamente da soli contando solamente sulle loro forze. I piccoli imprenditori sono dunque il vero motore di questo Paese e lo Stato dovrebbe fare di tutto per agevolarli, anche promuovendo una politica di corretta e sana collaborazione con il Fisco.
In una situazione del genere ritengo assurdo che l’Amministrazione faccia delle verifiche fiscali basandosi a volte solamente su parametri statistici – come gli studi di settore o attualmente con i nuovi parametri Isa – che molto spesso presumono ricavi alti e con aumenti crescenti di anno in anno… Il contribuente non può essere visto sempre come un presunto evasore… Questo non è giusto!!!
Indipendentemente dalla situazione economica generale (già di per sé difficile), dobbiamo considerare che nel lavoro come nella vita non sempre tutto va come desideriamo e questo perché siamo persone con le nostre paure e debolezze. In questa situazione di perenne incertezza possiamo incontrare persone o eventi che sconvolgo la nostra vita e le nostre priorità… Questo crea inevitabilmente delle conseguenze anche sul piano lavorativo e ciò accade a maggior ragione nelle piccole imprese dove la figura dell’imprenditore è fondamentale e se viene a mancare ne risente tutta l’azienda.
Ecco perché fondare degli accertamenti fiscali unicamente su parametri statistici non ha senso. Tutto ciò rischia di far perdere la fiducia dei cittadini nello Stato. Non dobbiamo dimenticare che queste vicende possono minare gravemente la salute dei contribuenti e delle loro famiglie.
Ciò che è paradossale, a mio avviso, è che invece proprio laddove l’elemento umano influisce di meno – e mi riferisco alle medie e grandi imprese aventi un’organizzazione aziendale strutturata – le statistiche e i parametri non vengono utilizzati.
Ecco perché ritengo si debba puntare a un approccio nuovo e più umano nei rapporti Fisco/contribuente e questo può avvenire solo con un confronto serio con l’Amministrazione e con il coinvolgimento delle associazioni di imprese, professionisti e consumatori.
In tutto questo sono convinto che noi avvocati abbiamo un importante ruolo di vigilanza in merito al rispetto dei diritti fondamentali dei contribuenti previsti dalla nostra Costituzione.
Da parte mia sto cercando di sensibilizzare quanti più professionisti e colleghi possibile su questa problematica – che ritengo di pesante impatto economico ma soprattutto sociale – e non posso che ringraziare il Presidente della Camera Civile Salentina, l’Avv. Salvatore Donadei, del forte supporto della sua associazione.
Tramite la Camera Civile Salentina – di cui tra l’altro mi onoro di far parte – stiamo cercando di programmare insieme all’Avv. Donadei una serie di iniziative proprio su questo tema cercando di coinvolgere anche altre categorie.
Allo stesso modo, colgo l’occasione per ringraziare il Vicepresidente Nazionale di MOVIMENTO CONSUMATORI, il Dott. Bruno Maizzi, per il continuo sostegno in questa battaglia a favore dei contribuenti.
Con l’aiuto di tutti si spera di poter cambiare qualcosa.
Ringraziamo l’Avv. Matteo Sances per le sue parole che fanno sicuramente riflettere.
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