Cerchiamo di fare chiarezza sulla struttura odierna degli IT Service Provider, vediamo quali sono le macroaree all’interno di tali dipartimenti, quali figure professionali lavorano al loro interno e come fare a raggiugere le competenze tecniche necessarie a ricoprire tali ruoli.
Un’analisi strutturata sui possibili percorsi formativi e di certificazione per una carriera vincente in questo settore.
L’IT come opportunità professionale
Il settore dell’Information Technology ha una particolare caratteristica: attorno a questo settore gravita un mondo parallelo fatto di percorsi formativi e di certificazioni professionali molto complesso ed articolato. Ovviamente la vastità di tali percorsi è legata al numero impressionante di tecnologie che utilizziamo quotidianamente nelle nostre aziende. I principali leader di mercato in ambito IT, siano essi produttori di Hardware o Software, offrono programmi formativi di altissimo livello, attraverso i quali si possono raggiungere competenze tecniche molto ricercate. È quindi possibile cogliere questa opportunità per diventare figure professionali sempre più appetibili sul mercato del lavoro.
Da un lato tutto ciò rappresenta un vantaggio in quanto è possibile avere opportunità professionali, occupando ruoli specialistici pur non avendo una precedente esperienza professionale nel medesimo ruolo. Per alcuni ruoli tecnico-operativi infatti la competenza tecnica ha un peso determinante.
Quindi se da un lato abbiamo un’enorme opportunità: “Poter far parte di questo mondo”, dall’altra abbiamo dei vincoli: “In questo settore non ci si può improvvisare”. È necessario allinearsi ad uno standard fatto di procedure, processi, protocolli, modi di operare, strategie e aggiornamenti. L’improvvisazione e la staticità non possono appartenere a questo mondo.
Se quindi hai una passione per l’IT e vorresti che diventasse anche il tuo lavoro, potrai sempre intraprendere la strada della formazione, conseguire competenze e certificazioni professionali, indipendentemente da quella che è la tua posizione oggi.
Tutto ciò non accade in nessuna altra funzione aziendale.
Ad esempio, chi lavora in altri dipartimenti come, l’amministrazione, le vendite, il marketing ecc., può avere una formazione accademica, universitaria, frequentare Master post laure ma non ha sicuramente tutto il ventaglio di possibilità oggi presente nello scenario IT. Molti vendor, alcuni dei quali hanno addirittura creato delle tecnologie che sono diventate uno standard, hanno attivato delle business unit nel settore della formazione proprio per diffondere le competenze necessarie all’utilizzo di tali tecnologie.
La scelta dell’ente di formazione
Oggi gli enti di formazione possono erogare percorsi formativi in due modalità:
- Formazione Non Autorizzata (in gergo Grey);
- Formazione Ufficiale – Autorizzata;
Nel caso della formazione Autorizzati gli enti possono accreditarsi nei confronti di un brand o vendor attraverso due circuiti:
- Academy: programma rivolto alle scuole pubbliche (tipicamente Scuole Superiori);
- Learning Partner: rivolto a privati, professionisti ed imprese;
Nella formazione “Grey”, quindi non ufficiale, l’ente decide in autonomia di erogare programmi formativi su una tecnologia di cui magari è esperto, generando autonomamente materiale didattico, programmi e il corso in senso generale, resta comunque non autorizzato dal brand.
Nel canale ufficiale invece il brand progetta e fornisce materiale didattico, i laboratori, forma i docenti e li sottopone a rigidi percorsi formativi e di certificazione per l’abilitazione al training. Questo ovviamente è maggiormente evidente nei circuiti di Learning Partner, nei quali solamente pochi enti riescono a completare questo percorso a causa del grado di difficoltà nelle procedure di accreditamento e di preparazione degli staff.
Il learning partner infatti rappresenta il brand – vendor sul territorio internazionale in termini di percorsi formativi, quindi è il massimo riconoscimento a cui un ente di formazione può ambire.
Basti pensare che ad esempio in Italia, relativamente al canale Cisco (senza dubbio il brand che investe maggiormente in ambito formativo) esistono solamente 5 learning partner, con più di ottanta percorsi formativi a catalogo, un numero impressionante considerando tutta la struttura didattica e l’infrastruttura tecnologica necessaria per ogni corso.
Esempi strategici sulla formazione e carriera IT
Puoi decidere di adottare due tipi di percorsi strategici nella pianificazione della tua formazione e quindi carriera IT.
1. Formazione Verticale: decidere di diventare uno specialista di un brand o di una tecnologia e acquisire tutte le certificazioni possibili in quell’ambito. Diventare così un super esperto di quel segmento. Facciamo l’esempio di Cisco, potremmo partire dalle certificazioni di livello basic, poi associate, professional ed expert. Un esempio tra tanti:
CCNA -> CCNP -> CCIE
Le possibilità sono quelle di lavorare in un grande IT service provider nei quali c’è struttura organizzativa che prevede una separazione strutturata di quelle che sono le attività da gestire in base alla specializzazione di ogni risorsa.
2. Formazione Orizzontale: Capire quali sono i brand, i vendor o le tecnologie più utilizzati nell’organizzazione e acquisire competenze attraverso percorsi di formazione e certificazione, sia nell’area delle infrastrutture o in quella dello sviluppo.
Esempio nell’area Infrastrutture: CompTIA+, MCSA Windows Server 2016, Comptia Linux+, Cisco CCNA, Kubernetes Administrator (CKA), Docker DCA.
Questa tipologia di percorso ci consentirebbe di lavorare nell’area infrastrutture di dipartimento IT di qualsiasi azienda.
Esempio nell’area Sviluppo: Asp.Net, C#, C++, C/AL o ancora ABAP, Python, Java, PHP, questo in base al linguaggio di programmazione che ci interessa maggiormente per la posizione che vorremmo ricoprire.
Con queste competenze potremmo occuparci di sviluppo software in qualsiasi IT Service Provider sia interno che esterno.
Gli IT Service Provider e la loro struttura
I dipartimenti IT sono sempre stati suddivisi a livello logico-organizzativo in due aree differenti sia relativamente alla gestione di processi che a livello di competenze di ogni risorsa interna:
- Le Infrastrutture (nota come Operations o Technical Management);
- Lo Sviluppo (nota come Development o Application Management);
Queste aree, anche se distanti e molto differenti, hanno una cooperazione a dir poco frenetica, tutto al fine di poter erogare i servizi IT al Business che, nel caso di un IT Service Provider “Esterno”, può essere rappresentato dai clienti, oppure dai nostri colleghi nel caso in ci riferissimo ad un IT Service Provider “Interno”.
Proprio per eliminare il GAP funzionale che esiste tra queste due aree, oggi è nata una nuova metodologia che ha lo scopo di avvicinare questi due mondi attraverso dei processi di condivisione, collaborazione ed integrazione: il DEVOPS che sta appunto per Development e Operations.
Coloro che operano in questa nuova area dovranno quindi avere competenze in termini di sviluppo e di gestione infrastrutture. Si tratta quindi di figure ibride capaci di sapersi orientare in queste due principali aree.
Oltre tutto ciò sono inoltre necessarie competenze di management relativamente a questa nuova metodologia di collaborazione, integrazione e condivisione. Anche in questo caso sono disponibili percorsi di certificazione come il DevOps Foundation.
Una prima possibilità di accesso nel settore IT
Una funzione di tipologia cross, che ha lo scopo di interfacciarsi con le due aree: Sviluppo e Operations, è il ServiceDesk. Il ServiceDesk è l’unico punto di contatto tra il Business (Clienti ed Utenti) e il dipartimento IT o IT Service Provider. Viene infatti anche chiamato SPOC (Single Point of Contact).
All’interno di questa funzione troviamo figure come gli Help Desk Analyst o più comunemente HelpDesk e ovviamente le figure responsabili al coordinamento di tali gruppi.
La funzione principale del ServiceDesk è quella di fornire supporto agli utenti sia fornendo informazioni sull’utilizzo dei servizi, gestendo richieste di accesso o registrando eventuali incidenti che possono generarsi sull’infrastruttura. Il ServiceDesk può evadere le richieste in autonomia qualora ne abbia le competenze e l’autorizzazione, o in caso contrario trasferisce le richieste (tramite ticket) ai team dei livelli superiori (sia nelle aree Operations che di Development in base alla pertinenza) effettuando l’azione di “Escalation” alle funzioni di secondo o al limite nei casi più gravi di terzo livello.
Per lavorare come ServiceDesk di primo livello non è quindi richiesta una competenza tecnica specifica se non una attitudine all’information technology e alla gestione ed esecuzione di procedure strutturati. Altro fattore chiave sono le capacità relazionali in quanto rappresentano quello che è l’IT Service Provider agli occhi dei clienti che richiedono supporto.
Questa è quindi una concreta possibilità per entrare a far parte di un team IT, successivamente dopo pochi anni di esperienza si può evolvere in modo trasversale all’interno della struttura organizzativa attraverso programmi di formazione e certificazione specifici in base alle proprie attitudini e alle reali possibilità che potrebbero generarsi nell’organigramma o in generale sul mercato del lavoro.
I ruoli nelle infrastrutture IT
Nell’area delle infrastrutture troviamo diversi ruoli e competenze come engineering, networking, security in senso stretto e in senso lato, cloud, facility management. Queste solo le più comuni.
L’Engineering: è quell’area che si occupa di gestire i sistemi operativi, client e server e tutte le soluzioni applicative collaterali ai sistemi operativi come la virtualizzazione, i backup e restore, antivirus, lo storage, ecc. Tutto ciò che comunemente viene gestito da figure come i “Sistemisti”, ruolo che può avere diversi nomi in base alle “mode” e agli “slang” del momento. Ovviamente nell’area engineering così come anche nelle altre aree troviamo i ruoli di coordinamento funzionale, ricoperti da figure che hanno sicuramente una seniority più alta oltre che a competenze manageriali ed organizzative. Possono essere sia gli Architect, Technical Manager, Network Designer, Infrastructure Speciali o Manager, ecc.
Certificazioni Consigliate: COMPTIA A+, MCSA WINDOWS SERVER, LINUX, KUBERNETES KCA, VMWARE VCP-DCV, HYPER-V.
Networking: area dedicata alla progettazione, implementazione e gestione della rete (LAN, WAN) e dell’integrazione della stessa con i sistemi. Area che ovviamente fa parte di un continuo ciclo di relazione con l’engineering, con la security e il mondo applicativo.
Certificazioni Consigliate: CISCO CCNA, Huawei HCIA
Security: esistono due aree relative alla security, una più strettamente legata al mondo del network, alla protezione perimetrale della rete e alle segmentazioni di sicurezza interna. Quindi parliamo di gestione firewall, vpn, dmz, edge, vlan, nac.
Le Certificazioni Consigliate: CISCO CCNP, Huawei HCIP, Fortinet NSE, Check Point.
*aldilà del brand che scegliete lato security consigliere prima di seguire il percorso formativo Cisco CCNA proprio per la presenza di alcuni moduli fondamentali sulla teoria delle reti, che è la base di una solida security.
La security in senso ampio invece include la gestione dei processi per garantire la sicurezza delle informazioni aziendali, stilare i regolamenti all’utilizzo dei sistemi informativi, determinare quale sia il livello di accesso ai servizi per ogni utente, progettare e mantenere tutta la suite di regole necessarie a garantire i livelli di servizio richiesti dall’azienda in temine di security e a farli rispettare nel tempo.
I ruoli che si occupano di tutto ciò sono normalmente i Cyber Security Manager, IT Security Manager, Security Architect e così via.
Certificazioni Consigliate: Cisco CyberOps, CISSP (ISC), CISM (ISACA)
Cloud: l’utilizzo di soluzioni cloud oggi diventa sempre più intenso, tutte le organizzazioni tendono a delegare la responsabilità per il mantenimento e per la disponibilità dell’infrastruttura e dei servizi IT a Service Provider “Esterni”.
Con questo approccio quindi si tende a esternalizzare i tradizionali datacenter presso la sede di qualcun’altro. Da qui quindi l’utilizzo di infrastrutture cloud è diventato quasi un obbligo per ogni azienda.
Veramente poche sono oggi le aziende che continuano a ospitare localmente infrastrutture e servizi critici, piccole aziende che hanno dati ancora gestibili a livello locale e ovviamente enti come forze dell’ordine che per ovvie ragioni di sensibilità e sicurezza gestiscono tutto ai massimi livelli con l’ausilio di IT Service Provider Interni centralizzati.
Per lavorare in quest’area è necessario acquisire competenze sulla gestione di piattaforme cloud. Quello che però andiamo a gestire in cloud sono però le medesime tecnologie che si gestiscono nei datacenter locali. Quindi Server Windows, Linux, Virtualizzatori, Network, ecc. Resta quindi inteso che prima di pensare ad un percorso di formazione e certificazione cloud dovremmo avere competenze di gestione di tutti gli oggetti e servizi che amministreremmo nel cloud.
Certificazioni Consigliate: Microsoft AZURE, OFFICE 365, Amazon AWS, GOOGLE CLOUD, ALIBABA CLOUD
Facility Management: è quell’area che si occupa di gestire l’ambiente fisico quindi installazione dei rack, dei server, switch, router all’interno di tali rack. Il condizionamento, i gruppi di continuità, il controllo temperatura ecc.
Ci sono diversi brand che offrono formazione e certificazione per i prodotti che commercializzano. Solitamente la formazione è rivolta ai partner commerciali. Un esempio di categorie potrebbero essere i produttori di strumenti per il test e le certificazioni dei cavi di rete, le fibre, gli ups (che oggi hanno vere e proprie dashboard di gestione).
In merito alla formazione di ruoli orientati alla gestione di progetti o a ruoli di coordinamento aree, sono consigliati percorsi come:
ITIL, Prince2, PMI, PMP, DevOps.
I ruoli nell’area Sviluppo IT
L’area dello Sviluppo meglio nota come Development è responsabile della progettazione, realizzazione e mantenimento di tutte le applicazioni.
Developers: fanno parte di questa categoria tutti i programmatori, chi effettivamente crea la soluzione software attraverso linguaggi di programmazione.
Tra i più richiesti:
Microsoft .NET; C (#, ++), JAVA OCA-OCP, PHP,
PYTHON (Molto richiesto nel mondo Automation, Machine Learning e IoT integration)
KOTLIN (Mondo Mobile)
C/AL o ABAP relativamente ai sistemi ERP.
Database: in quest’area lavorano i database analyst che gestiscono sia la parte amministrativa del database che la parte funzionale. Si occupano quindi di interconnettere i database con le soluzioni applicative cercando di ottimizzare l’interrogazione dei dati richiesti dalle applicazioni attraverso strutture dati opportunamente organizzate. Ovviamente seguono tutti i processi legati alla reportistica e all’estrazione e rappresentazione dei dati. Oltre ai classici database relazionali oggi gli analisti di quest’area si occupano anche di gestire i cosiddetti “data wharehouse”. Per fare chiarezza un database è qualsiasi raccolta di dati, organizzata per l’archiviazione, l’accessibilità e il recupero. Un data warehouse è un tipo di database che integra copie dei transaction data provenienti da diversi sistemi di origine dati, le fornisce successivamente a destinazione di un uso più analitico. La distinzione importante è che i data warehouse sono progettati per gestire le analisi necessarie per migliorare i processi aziendali come può essere un’analisi di cost saving dovuta a sprechi o disottimizzazioni di qualche processo funzionale interno. Un database transazionale non si presta a queste tipologie di analisi.
Certificazioni Consigliate: Microsoft MCSA SQL Server, Oracle OCP e la nuova frontiere dei database non relazionali NoSQL.
Process Analyst: Gli analisti di processo hanno il compito di intercettare i requisiti dei clienti in termini di processi aziendali, proporre una soluzione tramite l’adozione di un processo strutturato e tradurla in analisi da consegnare ai Developers per la realizzazione e configurazione attraverso una soluzione software. È molto facile trovare queste figure in società che offrono consulenza e supporto aziendale attraverso l’utilizzo di sistemi ERP o soluzioni software personalizzabili in generale.
Certificazioni Consigliate: SAP, Microsoft Dynamcs NAV, Dynamics 365, PMI, PMP.
Business Intelligence (BI): Uno dei componenti della BI è proprio il Data Wharehouse (DW o DWH o EDW) citato prima. In senso più generale la Business Intelligence è un insieme di processi aziendali che hanno lo scopo raccogliere dati per creare analisi semantiche che possano essere di supporto alla deduzione di informazioni strategiche che portino decisioni di business vincenti, tutto questo ovviamente con l’utilizzo della tecnologia necessaria allo scopo. Da qui ovviamente le interconnessioni con i nuovi scenari tecnologici come Machine Learning, Deep Learning per ottenere processi IoT sempre più dinamici e necessari in tutti i progetti di automazione e Industria 4.0
Tra le competenze più richieste: Microsoft Power BI, MCSA BI, SAP BO, Qlink, Cognos BI, OracleBI, Machine Learning.
Relativamente alla formazione di ruoli orientati alla gestione di progetti o a ruoli di coordinamento aree, sono consigliati percorsi come: ITIL, Prince2, PMI, PMP, DevOps.
Articolo a cura dell’Ing. Michele Vese. Potete trovare il suo canale Youtube al seguente Link Canale Michele Vese