È una delle sentenze più importanti del 2020 tanto da essere stata riportata dalle principali testate giornalistiche nazionali (si veda articolo del Sole24ore del 3/07/2020).
Il motivo di tanto interesse deriva sia dal valore “mostruoso” della causa (oltre 13 milioni di euro) ma anche dalle affermazioni riportate dai giudici. Stiamo parlando della sentenza del Tribunale di Bari n.3401/2019 che ha annullato una cartella esattoriale da oltre 13 milioni di euro emessa nei confronti di un ignaro contribuente dopo un calvario durato diversi anni. Ebbene, i giudici oltre ad annullare il debito esattoriale dichiarano di non condividere le motivazioni del concessionario della riscossione precisando che “.. non essendo stato documentato alcun atto interruttivo della prescrizione. La documentazione versata in atti da Equitalia … non risulta in alcun modo riconducibile alla pretesa impositiva..”. Ci si domanda, dunque, come possano succedere queste cose. Per questo motivo abbiamo chiesto chiarimenti al difensore del contribuente.
Avv. Sances, come commenta questa vicenda processuale?
Quanto accaduto al mio assistito è molto pesante. Non si può nemmeno immaginare quanto possa logorare la sofferenza per un debito del genere per così tanti anni, soprattutto poi quando si sa che è palesemente ingiusto. Cosa ancor più grave, però, è che prima ancora di avviare questa causa abbiamo tentato invano di confrontarci con l’Amministrazione per risolvere il problema. Forse la mancanza di dialogo è ciò che più mi colpisce di questa vicenda. Dopo quanto accaduto ho realizzato che tante cose non vanno nel rapporto Fisco/contribuente e ancor di più nei confronti delle imprese.
Cosa intende per rapporto tra Fisco e imprese?
A mio parere occorre una diversa considerazione nei confronti delle piccole e medie imprese del nostro Paese che devono essere viste come delle “risorse” da tutelare. Non mi riferisco solo nei confronti del Fisco ma in tutti i rapporti con la P.A., dobbiamo creare le condizioni per permettere alle aziende di lavorare in tranquillità. Ricordiamoci che sono loro la vera spina dorsale della nostra economia.
Per questo motivo ho sentito l’esigenza di fare qualcosa per le Pmi coinvolgendo anche un professionista di chiara fama nazionale nel campo del diritto del lavoro come l’Avv. Sergio Patrone e altri colleghi dello studio di Roma con cui già da anni abbiamo avviato vari progetti, tra cui il Centro Studi Sances e Iuris Hub (www.iurishub.it ) volto allo studio e alla condivisione di sentenze e delle novità giuridiche in generale.
Abbiamo deciso, dunque, di dare il nostro supporto alle imprese e in particolare a un’associazione come Partite Iva Nazionali (PIN) che in questi mesi difficili ha sempre cercato di trovare un dialogo con le istituzioni per tutelare le piccole e medie imprese andando oltre la mera protesta (si veda www.partiteivanazionali.it ). Nello specifico il nostro obiettivo è quello di informare cittadini e imprese sui loro diritti, segnalando i vari problemi che affliggono chi fa impresa nei confronti delle banche, del Fisco, delle Pubbliche Amministrazioni, ecc…
Insieme al suo Presidente, il Dott. Antonio Sorrento – che ringrazio per la disponibilità – siamo riusciti nelle settimane scorse a sottoporre al Parlamento varie istanze a favore delle imprese come la proroga delle scadenze fiscali (poi concessa con il decreto Ristori quater) ma non solo. Siamo riusciti a coinvolgere anche imprese di rilievo nazionale come la Barocco Spa, società leader nel settore luce e gas, che ha deciso di dare supporto alle partite iva attraverso vari progetti.
Tutto questo mi fa ben sperare in un futuro diverso, dove le partite iva possano sentirsi più unite e tutelate creando i presupposti per rendere più facile “fare impresa”.
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