Cinque proposte per rilanciare il tessuto industriale del Cassinate. Il Commissario del Consorzio Industriale del Lazio, prof.
«Lo stabilimento Stellantis di Cassino, situato a Piedimonte San Germano, sta attraversando una fase critica caratterizzata da una significativa riduzione della produzione e preoccupazioni per l’occupazione. Questo declino ha ripercussioni sull’indotto locale, con numerose aziende fornitrici costrette a ridurre l’attività o a ricorrere ad ammortizzatori sociali – ha affermato il Commissario Straordinario del Consorzio Industriale del Lazio, prof. Raffaele Trequattrini – Questa crisi evidenzia la necessità di politiche industriali innovative e mirate per sostenere il settore manifatturiero nel Lazio. Tali politiche si devono porre su due binari, da una parte la diversificazione e il rafforzamento del tessuto produttivo regionale, dall’altra la tutela dell’occupazione e valorizzazione del capitale umano. La crisi dello stabilimento Stellantis e il conseguente impatto sull’indotto regionale richiedono, altresì, un approccio proattivo da parte delle istituzioni intervenendo con politiche industriali innovative, diversificando il tessuto produttivo e affrontando le problematiche economiche e sociali generate dalla crisi».
Il Commissario Trequattrini ha avanzato cinque proposte per «ridurre le problematiche attuali e a costruire un futuro industriale solido e diversificato per la regione. Il primo punto riguarda il rifinanziamento delle Leggi 46 e 60, strumenti normativi fondamentali per la realizzazione delle infrastrutture necessarie alle imprese. La legge 46 e la legge 60 rappresentano strumenti concreti per migliorare la competitività del territorio. Sollecitiamo la Regione Lazio a mettere queste leggi al centro della propria agenda, perché infrastrutture moderne e funzionali sono la base per attrarre investimenti e sostenere le attività produttive. Il secondo punto si concentra sull’attrazione di nuovi investimenti. Dobbiamo lavorare su due fronti: da un lato, attrarre nuovi player del settore automotive, guardando ai mercati globali, in particolare agli Stati Uniti e alla Cina, per portare qui imprese innovative capaci di integrarsi con l’indotto esistente; dall’altro, dobbiamo diversificare, puntando su settori che possano sostituire l’automotive come forza trainante. Penso, ad esempio, a grandi realtà come Leonardo o Power4Future, che possono rappresentare un nuovo volano di sviluppo per il territorio. Terzo punto la formazione e riconversione della forza lavoro, la transizione non è solo industriale, ma anche lavorativa. Dobbiamo essere pronti a convertire una parte della forza lavoro eventualmente lasciata libera dall’automotive verso settori in crescita, come il farmaceutico o l’aerospaziale. In questo senso, il ruolo degli ITS, come quello Meccatronico, e dei collegamenti con il mondo universitario diventa strategico. Dobbiamo investire sulla formazione di competenze nuove, che siano richieste dai mercati di domani. Quarto punto la riduzione del costo dell’energia, la competitività delle imprese passa anche dalla riduzione del costo dell’energia. Proponiamo che la Regione sostenga finanziariamente la realizzazione di comunità energetiche, che permettano alle imprese di ridurre i costi e di contribuire alla transizione energetica. È un intervento che guarda al futuro, ma che può avere effetti immediati sul presente. Ultimo punto il riutilizzo delle aree Stellantis non utilizzate, occorre avviare un dibattito sull’utilizzo dell’area relativa allo stabilimento Stellantis che eventualmente potrebbe essere dismessa. Si tratta di un’area acquisita con fondi pubblici, che non può restare inutilizzata. Propongo di metterla a disposizione del tessuto industriale per nuove iniziative in grado di creare occupazione e valore per il territorio».
Il Commissario Trequattrini ha sottolineato che «queste proposte non risolveranno da sole il problema del rapporto con Stellantis, ma possono rappresentare un primo passo concreto per dimostrare che non restiamo fermi di fronte alle difficoltà. Non possiamo permetterci di restare immobili. Il nostro compito è quello di offrire risposte e soluzioni, anche parziali, ma realizzabili. La forza di un territorio si misura dalla capacità di reagire alle crisi con coraggio, visione e unità».