Che cosa significa branding
Partiamo dalle basi: in inglese, brand è il termine per indicare il marchio e, per estensione, branding è una vera e propria attività che punta a considerare e rafforzare l’immagine e la percezione che del marchio si ha all’esterno.
Per utilizzare una nota definizione di Jay Bayer, uno dei guru del marketing, “il Branding è l’arte di allineare quello che tu vuoi che la gente pensi della tua azienda con quello che la gente effettivamente pensa della tua azienda”, lavorando su aspetti quali logo, tone of voice della comunicazione, strategie su canali pubblicitari e social, rapporto con i mezzi digitali.
Non solo digitale
Ma non bisogna pensare che il branding significhi sempre e solo virtuale e digitale, anzi: uno dei passi più utili per fare presa sui consumatori è quello di promuovere il marchio attraverso gadget personalizzati, che possono diventare oggetti di uso quotidiano per gli utenti e creare con loro un legame diretto e positivo. È per questo aziende come Gedshop stanno emergendo online, proponendo vari prodotti personalizzati da trasformare in gadget memorabili, come ad esempio le shopper cotone personalizzate che possono diventare un eccellente esempio di tecnica di branding.
Caratterizzate da grande praticità e trasversalità, che le rende adatte a impieghi diversi, queste borse di cotone conquistano i consumatori che le trovano funzionali e utili, presentando in evidenza loghi e brand aziendali che possono servire a catturare l’attenzione e la curiosità di altre persone che li incrociano in strada, diventando così doppiamente un veicolo di promozione.
Le 5 best practices per un branding efficace
Il branding è importante anche perché aiuta un’impresa a distinguersi dai competitor e a differenziare l’approccio verso il mercato e i clienti, grazie all’uso di pratiche di marketing che servono a creare la sua identità.
Riuscire a centrare l’obiettivo e realizzare un’immagine rappresentativa, chiara e distintiva è un lavoro complicato e da pianificare con cura, perché ha effetti non solo sull’attrazione di consumatori (e sulla possibilità di convertirli in clienti) ma anche sull’idea del marchio che si trasmette al pubblico e all’esterno.
Ecco perché si devono seguire queste 5 basilari tecniche e best practices, che possono semplificare la strategia.
- Stabilite l’identità. Impossibile proporsi all’esterno in maniera efficace senza prima definire ciò che l’azienda è e vuole essere. Ogni attività di branding deve prima iniziare con la “scelta” di ciò che si vuole trasmettere con il proprio marchio, e in concreto da un’analisi del mercato che possa valutare i servizi/prodotti offerti dalla concorrenza e individuare le caratteristiche distintive dei propri, da far così risaltare.
- Comunicare con il logo. Il logo è una delle “armi” più forti del branding, perché deve racchiudere l’essenza del marchio: è necessario che sia chiaro e immediato, frutto di uno studio e di un design ricercato, perché deve farsi notare dalle persone e restare memorabile a colpo d’occhio.
- Coerenza e chiarezza. Ogni passo – nella comunicazione o nelle campagne singole – deve essere compiuto in un’ottica “olistica”, dove cioè tutto fa riferimento ai concetti di base che muovono l’azione del brand e ne definiscono l’essenza. In termini concreti, questo significa usare messaggi coerenti e trasparenti, semplici e privi di ambiguità, per arrivare in maniera diretta al pubblico target e non confonderlo.
- Coinvolgere il consumatore. Oggi il cliente non è soltanto un destinatario passivo di azioni di marketing, ma uno degli attori principali del processo, da coinvolgere anche dal punto di vista emozionale: bisogna conquistare la sua fiducia e la sua attenzione, cercando di veicolare valori positivi e stimolandolo a diventare promotore (anche inconsapevole) del brand. In questo senso, i gadget promozionali hanno un ruolo efficace perché possono trasformare una persona in brand ambassador della qualità dei prodotti o dei servizi proposti.
- Credibilità. Ancor più che conquistare la fiducia delle persone, ciò che è difficile è mantenerla nel tempo: gli errori sono all’ordine del giorno e spesso inevitabili, ma possono essere anche l’occasione per affermare la propria credibilità e mostrarsi onesti e trasparenti. Ad esempio, quando si commettono sbagli o si incappa in qualche fail non bisogna nascondere l’accaduto, ma rispondere proattivamente, chiedere scusa e dimostrare di poter migliorare. Questo può paradossalmente rafforzare il legame con i consumatori e portare reazioni positive.