Un viaggio affascinante alla scoperta del ricco patrimonio artistico e culturale siciliano. Questo il cuore del volume ‘Ancone Rinascimentali in Sicilia’, presentato, giovedì scorso nell’incantevole Palazzo Biscari di Catania e sabato sera al Grand Hotel delle Palme di Palermo, dall’autore Nicolò Fiorenza, esperto in beni culturali e restauro monumentale. Il doppio evento è stato organizzato dalle associazioni ‘Scarlatti’ e ‘Sicilia, Arte e Cultura’, in collaborazione con il Mythos Opera Festival. A Catania l’assessore ai Beni culturali Barbara Mirabella ha portato i saluti dell’amministrazione comunale ed ha sottolineato l’importante opera di divulgazione del patrimonio culturale compiuta dall’autore. Tra i relatori a Palazzo Biscari erano presenti Donatella Aprile, sovrintendente dei Beni culturali di Catania, Gesualdo Campo, già dirigente del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Michele Romano, docente di valorizzazione dei Beni culturali presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, e Gianfranco Pappalardo Fiumara, docente presso il Conservatorio ‘Scarlatti’ di Palermo e sovrintendente del Mythos Opera Festival. “E’ un vero e proprio volume di storia dell’arte, didascalico e al tempo stesso divulgativo, fruibile dagli studiosi che vogliano approfondire questa tipologia di arte, che mette a fuoco un nuovo linguaggio della scultura – ha detto la sovrintendente Aprile – Il testo si presenta come un viaggio itinerante che ci conduce alla conoscenza della famiglia Gagini, artisti finora non molto raccontati, mettendo a confronto Palermo, Catania, Messina ma anche città dell’entroterra della Sicilia, come Assoro e Nicosia. Mi complimento quindi per il pregevole lavoro svolto dal dott. Nicolò Fiorenza perché il testo, così ben descritto, concorre alla valorizzazione dei beni culturali, intesi come testimonianza materiale avente valore di civiltà, volta a consentire la fruizione, intesa – ha concluso - sia nel senso di tutela finalizzata al corretto godimento collettivo del bene che alla valorizzazione del patrimonio rappresentato dal bene culturale stesso”. Il volume, edito da Kalòs, è fuori dai circuiti commerciali, con l’unico scopo di promuovere il territorio, e sarà reperibile nelle maggiori biblioteche d’Italia e, a breve, sarà consultabile anche nelle principali piattaforme accademiche sul web. A conferma del riconosciuto valore culturale, il libro ha ottenuto i prestigiosi patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Catania. Sabato scorso il volume è stato presentato anche al Grand Hotel delle Palme di Palermo. Tra i relatori lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa, che in primis ha affrontato il tema delle sculture in marmo dei secoli XV e XVI a Palermo, a Catania e in piccoli centri come Nicosia e Assoro. Dopo aver presentato lo studioso Fiorenza, ha poi tracciato un profilo di Domenico e Antonello Gagini, di Francesco Laurana e di altri valenti scultori del Rinascimento, come Antonello Freri e Angelo Montorsoli. Tra le ancone marmoree, Giansiracusa ha analizzato più nello specifico la perduta Tribuna marmorea di Antonello Gagini, incastonata nell’abside della Cattedrale di Palermo e imprudentemente smontata alla fine del Settecento per disseminare l’imponente apparato scultoreo in vari ambienti dello spazio chiesastico. Sempre in relazione a Palermo, lo storico dell’arte si è soffermato sull’ancona di Santa Cita e su quella di San Giorgio incastonata nella Chiesa di San Francesco d’Assisi. “Per quanto riguarda Catania – ha spiegato Paolo Giansiracusa – c’è Antonello Freri, autore dell’imponente retablo inserito nel sacello agatino e anche di altri apparati scultorei promossi dai vicerè devoti alla santuzza. I grandi artisti del Rinascimento operanti in Sicilia incisero nel marmo la Bibbia dei poveri con un’azione di catechesi attuale ancora oggi. In tal senso è importante l’analisi compiuta da Nicolò Fiorenza per la monumentale ancona di Giandomenico Gagini, che come il controprospetto di una chiesa chiude tutta la parete absidale della Chiesa della SS. Trinità alla Badia di Petralia Sottana. Sulla scorta delle indicazioni dello studioso Nicolò Fiorenza – ha concluso lo storico dell’arte - non si può non mettere in evidenza la condizione dello stato di fatto degli apparati scultorei, per alcuni dei quali è necessario un intervento di restauro conservativo”. Le due presentazioni sono state accolte con favore da pubblico e critica. Soddisfatto dei riconoscimenti ricevuti l’autore Nicolò Fiorenza. “Ho voluto raccontare il Rinascimento in Sicilia attraverso un itinerario d’arte nei principali centri di committenza, tra il 1400 e il 1500, tra cui Catania, Palermo e Ragusa – ha spiegato Nicolò Fiorenza - Questo itinerario, volto alla valorizzazione dei nostri beni culturali, è il frutto del percorso di studi che mi ha condotto alla laurea e che qui poi ho ampliato e arricchito. Sono molto soddisfatto del supporto morale ricevuto dalla Sovrintendente ai Beni Culturali di Catania, che ha sposato l’iniziativa offrendomi la sua qualificata prefazione. Ringrazio anche tutti i docenti e le personalità che hanno contribuito alla produzione di questa opera. Questo lavoro è stato già presentato presso l’ambasciata italiana a Chisinau e al Consolato Generale d’Italia a Nizza. In futuro – conclude l’autore – lo presenteremo anche a Roma, con l’obiettivo di promuovere il più possibile il bello che la Sicilia offre”.
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