Cultura della legalità Vicepresidente Pigozzo: "No alla vendita dei beni confiscati alle Mafie. Non facciamo regali alle organizzazioni criminali e mafiose"
(Arv) Venezia, 2 nov. 2018 - “Nei prossimi giorni, il Parlamento approverà il ‘Decreto Sicurezza’ in cui viene, tra altre statuizioni, prevista l'estensione della vendita dei beni immobili confiscati a tutti i soggetti privati. Temo che le organizzazioni mafiose, abili ad agire sotto traccia, si faranno avanti per rientrare in possesso di immobili e terreni appartenuti ai boss e che simboleggiano il loro potere, costruito con la violenza, il sangue e i soprusi, a discapito dei diritti e della dignità delle persone”.
Lo denuncia il Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, che “raccoglie l’appello di non vendere i beni confiscati alle Mafie, lanciato dalle principali Organizzazioni sindacali, da Acli, Arci, Articolo 21, Avviso Pubblico, Centro Studi ‘Pio La Torre’, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Legambiente, Libera, ‘Associazioni, nomi e numeri contro le mafie’, Usigrai”.
“Il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti – spiega il Vicepresidente del Consiglio regionale - avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle Istituzioni, a causa di cautele insufficienti e inadeguate. E, aspetto ancora peggiore, con la vendita di quei beni, lo Stato darà un messaggio negativo, di resa totale di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come invece prevede la Legge”.
“Ci appelliamo a tutte le forze politiche in Parlamento – continua Pigozzo - perché si fermino e ripensino a quanto stanno per votare. Non possiamo rischiare che il provvedimento si traduca in un ulteriore ‘regalo’ alle mafie”.
“Il Parlamento – chiede il Vicepresidente del Consiglio regionale – consideri la vendita dei beni confiscati alle mafie solo una ‘extrema ratio’, con procedure e controlli più stringenti, e non una scorciatoia per evitare le criticità che si riscontrano nella destinazione e assegnazione di quei beni”.
“Chiediamo al Parlamento – aggiunge Pigozzo - di rafforzare piuttosto l'azione di aggressione ai patrimoni delle mafie e della criminalità economico- finanziaria, e di dare concreta attuazione alle norme che stabiliscono la confisca di beni ai corrotti”.
“Non vendiamo quei beni confiscati – conclude Bruno Pigozzo - che creano opportunità e rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile e responsabile, onesta e coraggiosa, come dimostrano le oltre 800 realtà dell'associazionismo, del volontariato e della cooperazione sociale impegnate in tutta Italia. Non tradiamo l’impegno di quelle organizzazioni sindacali ed associazioni che nel 2012 hanno promosso il DL di iniziativa popolare ‘Io riattivo il lavoro’, da cui è nato il testo di riforma del Codice Antimafia approvato nel novembre 2017. Non tradiamo il lavoro e il sacrificio quotidiano della Magistratura e delle Forze di Polizia, impegnate nelle attività di lotta alla Mafia e di confisca e sequestro dei suoi beni”.
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