(Arv) Venezia 5 lug. 2024 - “Verso fine giugno ha preso il via in Senato l'iter di approvazione del disegno di legge per lo sviluppo e la valorizzazione delle aree montane, che ridisegna l’assetto istituzionale dei territori montani e raccoglie in un testo unitario i sostegni dedicati. Gli enti locali chiedono maggiori coperture finanziarie, almeno per un importo pari a quanto attualmente destinato alla copertura delle misure di fiscalità, pari a circa 100 milioni. A ciò si aggiunge poi la discussione sulla sanità di montagna e la fiscalità agevolata in regime de minimis per gli imprenditori agricoli. Nel medesimo progetto di legge si vuole inserire anche il tema della gestione dei grandi carnivori, che stanno minacciando le attività zootecniche di montagna, creando significativi disagi ai malghesi. L’attenzione del legislatore testimonia quanto acclarato: i problemi della montagna sono noti e negli ultimi anni si sono aggravati a seguito dei mutamenti climatici, dello spopolamento con il conseguente aumento della popolazione anziana stanziale, e l’esplosione post-Covid di un turismo non sostenibile che non ha portato ad un incremento di introiti proporzionale al numero delle presenze aumentate”. Lo ha affermato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti partecipando alla prima edizione degli “Stati Generali dei Comuni Montani del Veneto” organizzata da Anci Veneto a Tonezza del Cimone (VI). L’incontro, che segue quello degli “Stati Generali dei Comuni Litoranei e di Lago del Veneto” tenutosi lo scorso 28 giugno a Cavallino-Treporti (VE) e con il quale Anci si pone l’obiettivo declinare l’esperienza annuale degli Stati Generali dei Comuni del Veneto su municipi con delle specificità territoriali caratterizzanti a tutti i livelli, è stata l’occasione per affrontare le sfide a cui sono chiamati i Comuni montani, dallo spopolamento all’ecosistema, dal turismo al ruolo delle Unioni e Comunità. “Dissesto idrogeologico, frane e valanghe danno vita ad emergenze drammatiche come abbiamo visto in queste ultime settimane da Asiago al passo Duran, per non parlare delle popolazioni della montagna valdostana e piemontese duramente colpite e alle quali va tutta la nostra solidarietà. Ci sono poi altri pericoli: la perdita di biodiversità, le conseguenze derivanti dalla diffusione dei grandi predatori che mettono in serio pericolo consolidati equilibri ambientali e attività economiche, a iniziare dalla pastorizia e l’allevamento di bestiame”, ha proseguito il Presidente. “Altro tema cruciale è quello infrastrutturale: solo una rete capillare può consentire alla montagna adeguate condizioni di vita e standard qualitativi tali da attrarre nuovi residenti, nuove attività, nuovi capitali e investimenti non legati esclusivamente al turismo. Perché ciò avvenga occorre un serio sforzo per garantire la rete socio-sanitaria, potenziando la medicina territoriale, di base, e quella d’urgenza in presenza e con punti adeguatamente strutturati e guardando anche alla telemedicina. Il post Covid ha convinto molti a riflettere sulle opportunità che vengono offerte dalla qualità di vita che la montagna può garantire: sta a noi tutti impegnarci affinché la montagna torni al centro del dibattito politico. La montagna veneta è un patrimonio di biodiversità e gli abitanti della montagna ne sono i custodi: è importante allora non solo il mantenimento dei prati-pascoli, dei sentieri, delle strade forestali per ridurre al minimo i rischi idrogeologici ma anche garantire il sostegno ai servizi essenziali, supportare le imprese ed evitare il continuo spopolamento verso la pianura, iniziato a partire soprattutto dagli anni ‘50. Come Presidente del Consiglio regionale, il mio obiettivo è quello di creare una macroregione alpina italiana, coinvolgendo gli altri Presidenti delle assemblee legislative in modo tale da avere delle progettualità comuni e delle strategie di sviluppo sostenibile condivise”, ha concluso il Presidente Ciambetti.