“Una storia di sport e di vita che serve a tutti noi per capire il senso vero dell’esistenza”. Così Luciano Sandonà, presidente della commissione Affari istituzionali e bilancio del Consiglio veneto e consigliere del Carroccio, ha presentato a palazzo Ferro Fini la storia di Giovanni Zaramella, raccontata dal padre Matteo nel libro “Corro ergo sum - Storia disordinata di Giovanni atleta paralimpico”.
“Ho scritto questo libro – spiega il papà Matteo - per spiegare come la corsa possa abbattere tutte le barriere. Attraverso la storia di Giovanni, e anche di tanti altri ragazzi e delle loro vite speciali tra disabilità e sport, racconto in maniera divertente i punti di forza, e anche le debolezze, di questi ragazzi, con l’obiettivo di contribuire a superare stereotipi e vecchi luoghi comuni”. Raccontare la storia ‘disordinata’ del figlio consente al papà anche di “togliersi qualche sassolino dalla scarpa” – come scrive Matteo – per mettere al bando quei “sensi di fastidio, pregiudizi e luoghi comuni espressi da chi continua a guardare ai nostri ragazzi come se fossero dei marziani”.
“Ringrazio i miei genitori, la mia allenatrice, i miei compagni di sport: grazie a loro corro veloce e potente”, sorride soddisfatto Giovanni Zaramella, fiero della divisa bianca rossa della società padovana e delle sue medaglie, ma soprattutto orgoglioso per gli apprezzamenti che raccoglie da dirigenti e campioni incontrati nelle gare nazionali e internazionali, che lui cita confidenzialmente per nome. Del suo palmarès sottolinea le due medaglie d’oro di campione del mondo e i due record del mondo nella staffetta 4x100 e 4x400 conquistati a marzo 2024 nei Trisome games, i campionati del mondo di categoria in Turchia.
“Un grazie sincero ai genitori di Giovanni, all’allenatrice, all’Aspea Padova e a quanti lavorano per realizzare i sogni di questi ragazzi – ha concluso Sandonà - Lo sport è strumento di incontro, crescita, inclusione e realizzazione. La crescita del movimento paralimpico e dell’attenzione che sponsor, media e opinione pubblica dedicano a queste gare sono la prova di quanta strada sia stata fatta verso l’inclusione per realizzare una società che sia capace di valorizzare ogni persona. L’auspicio ora è che anche gli atleti con disabilità intellettiva possano partecipare alle Paralimpiadi”.