Veneto

CRV - 3' edizione 'Parfin dolse', Ciambetti: “Occasione per promuovere patrimonio linguistico veneto

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

3° edizione premio letterario “Parfin dolse”, Presidente Ciambetti: “Occasione per promuovere e valorizzare il patrimonio linguistico veneto, attualizzandolo nella modernità”

(Arv) Venezia 18 ott. 2024 - “Palazzo Ferro-Fini fa oggi da cornice alla 3^ edizione di un premio letterario ideato con lo scopo di promuovere e valorizzare il patrimonio linguistico veneto nelle sue varie forme di espressione, attualizzandolo in contesti culturali moderni. La risoluzione del Consiglio europeo del 21 novembre 2008 relativa a una strategia europea per il multilinguismo dice che ‘la diversità linguistica e culturale è parte intrinseca dell'identità europea e che essa è allo stesso tempo un retaggio condiviso, una ricchezza, una sfida e una risorsa per l'Europa’. La stessa risoluzione afferma, poi, che ‘la promozione delle lingue europee meno diffuse rappresenta un importante contributo al multilinguismo’. Riconoscere il valore delle lingue minoritarie è un passo determinante nella costruzione di una identità europea che non neghi le sue molteplici anime, una identità europea basata sul rispetto delle singole culture e tradizioni. Non si può immaginare una Europa senza il Veneto, senza la sua arte, la sua cultura e la sua lingua, il cui contributo nella costruzione della cultura europea è indiscutibile”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la conferenza stampa di presentazione del Premio letterario di poesie e racconti brevi in lingua veneta “Parfin Dolse”, dedicato alla memoria di Elvi Longhin e giunto alla terza edizione. “Le lingue testimoniano non solo una cultura locale, ma un insieme di relazioni, rapporti, condivisioni che hanno segnato l’Europa per secoli. Ogni lingua è come una cassaforte che custodisce quel tesoro che è il patrimonio di conoscenze, tradizioni, cultura, storia di una comunità. Uno sguardo al contesto contemporaneo e ad una omologazione culturale prodromica di un appiattimento che conviene a molti, non consente di essere molto ottimisti. Dobbiamo tuttavia opporci a questo declino pericolosissimo: l’alternativa non è solo perdere lingue e culture importantissime che hanno attraversato i secoli, ma appiattirsi su modelli culturali e sociali derivati dalle potenze egemoni. E’ un rischio concreto. Luigi Meneghello, lo scrittore di Libera nos a malo, dichiarava che il suo dialetto veneto era la sola lingua che conoscesse bene ed in questa frase è racchiusa tutta la potenza della lingua veneta, del suo sostrato e del suo portato, mentre Italo Calvino diceva ‘Quando ho incominciato a scrivere utilmente, mi facevo scrupolo che dietro l’italiano ci fosse il calco del dialetto, perché sentendo la falsità della lingua usata dalla maggior parte degli scriventi, la sola garanzia d’autenticità che mi sembrava di poter avere era questa vicinanza all’uso parlato popolare’. Ringrazio Alberto Natin, Sindaco di Campagna Lupia, Diego Longhin, Assessore alla Cultura, la giuria e tutti i partecipanti al concorso”, ha concluso il Presidente.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it