Veneto

Brescacin (Lega-LV): “#agricolturasociale , nuova frontiera del welfare”

CONSIGLIO REGIONALE VENETO


(Arv) Venezia 31 ott. 2024 - La presidente della Commissione sociosanitaria del Consiglio Veneto Sonia Brescacin (Lega-LV) ha presentato questa mattina a Venezia, nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, sede dell’assemblea legislativa regionale, il progetto di legge n. 285, di cui è prima firmataria, di modifica della l. reg. n. 14/2013 “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”.
“Il Veneto - ha ricordato la presidente Brescacin - è stata una delle prime regioni a disciplinare l’Agricoltura Sociale con la legge regionale del 2013, ponendo le basi per un nuovo modello di sviluppo agricolo e un welfare locale efficace. A livello nazionale, la legge n. 141 del 18 agosto 2015 ha fornito un quadro giuridico uniforme, promuovendo l’agricoltura sociale come elemento multifunzionale in grado di sviluppare interventi e servizi sociali, sociosanitari ed educativi, per facilitare l'accesso alle prestazioni essenziali. L’Agricoltura Sociale (AS) rappresenta un insieme di attività che, attraverso l’impiego delle risorse agricole, offrono supporto sociale, sanitario ed educativo alle comunità locali e alle persone con disagi fisici, psichici o esposte al rischio di esclusione sociale. Questa forma di agricoltura crea opportunità socio-lavorative e fornisce servizi educativi e sociosanitari rivolti alle fasce più vulnerabili della popolazione, affiancandosi alle istituzioni locali per potenziare il welfare e rispondere ai bisogni della comunità. Il Progetto di legge n. 285 prevede alcuni aggiornamenti, volti a valorizzare e ampliare le possibilità offerte dall’Agricoltura Sociale. Tra i principali interventi proposti: l’inserimento socio-lavorativo, ossia progetti che favoriscono l'inclusione lavorativa di persone con disabilità e lavoratori svantaggiati, attraverso tirocini e percorsi di inclusione sociale; prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali, con iniziative che comprendono agri-nidi e strutture accreditate; prestazioni e servizi che affiancano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative, ovvero attività svolte in collaborazione con i soggetti accreditati, anche tramite interventi assistiti con animali; infine, progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, e alla salvaguardia delle biodiversità, ossia progetti didattici svolti per persone con difficoltà e disagi sociali”.
“Il progetto di legge - ha evidenziato la presidente della Commissione - sottolinea il ruolo centrale dell’imprenditore agricolo e delle cooperative sociali, in conformità con la normativa nazionale. Viene promossa la collaborazione con soggetti del Terzo Settore, imprese sociali e figure professionali con adeguate competenze. Sono previste, inoltre, l’istituzione di un Tavolo Tecnico Regionale dell’Agricoltura Sociale, con il compito di valorizzare le esperienze locali e formulare proposte operative, e la costituzione di una Rete Regionale delle fattorie sociali in collaborazione con il Tavolo Tecnico. Altro aspetto innovativo, la semplificazione dell’avvio dell’attività: viene previsto un rinvio alla disciplina della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), con l’obbligo che l’avvio dell’attività comporti l’iscrizione all’elenco regionale delle fattorie sociali. La proposta legislativa affida alla Giunta regionale la definizione dei criteri per l’integrazione dell’Agricoltura Sociale nella programmazione locale degli interventi sociali, in linea con le disposizioni vigenti. L’esperienza finora acquisita con le fattorie sociali può trasformarsi in un’opportunità per sviluppare e sperimentare modalità innovative di presa in carico delle persone fragili, integrando la co-programmazione e co-progettazione nella programmazione sociosanitaria regionale e locale nei piani di zona. L’agricoltura sociale, posta al centro delle politiche, può così supportare l’elaborazione di misure specifiche nei piani di sviluppo rurale e nei sistemi di welfare territoriale, valorizzandola anche nelle procedure di alienazione e locazione dei beni confiscati alla mafia, dei beni patrimoniali regionali e nell’assegnazione dei terreni previsti dalla “Banca della Terra Veneta” e altre iniziative simili”.
“Con questo progetto di legge - ha concluso Brescacin - vogliamo aggiornare il quadro normativo regionale, valorizzando il ruolo dell’Agricoltura Sociale come modello di inclusione e sviluppo sostenibile. Il nostro obiettivo è potenziare l’efficacia degli interventi e dei servizi socioassistenziali in ambito agricolo, promuovendo un approccio che ponga al centro le persone e il territorio. L'Agricoltura Sociale, in un contesto di crescenti disagi giovanili e difficoltà di integrazione per le persone vulnerabili, può offrire risposte concrete, favorendo percorsi di recupero ed inclusione. È infatti possibile creare nuove opportunità socio-lavorative ed educative, rispondendo in modo innovativo ai bisogni delle comunità locali e aiutando chi è più in difficoltà a trovare una strada verso il futuro”.
“Il progetto di legge n. 285 - ha sottolineato l’assessore regionale Manuela Lanzarin - propone l’aggiornamento di una legge regionale adottata oltre dieci anni fa, un provvedimento legislativo lungimirante che ha anticipato la legge nazionale e che ha la caratteristica di essere stata ispirata “dal basso”, ovvero dalle esperienze maturate dalle prime fattorie sociali precursori di questo approccio, e che ha fatto da apripista relativamente ad altre iniziative analoghe; a distanza di un decennio il bilancio di questa esperienza è positivo: hanno funzionato bene e rappresentano un’alternativa concreta ai Ceod, nel caso dei disabili, e una valida alternativa anche per gli altri soggetti che presentano vulnerabilità (ad esempio, a favore dei detenuti, nei casi di disagio giovanile). Si tratta quindi di un presidio importante che si aggiunge a una filiera ben catalogata, in grado di proporre progetti alternativi e di dare risposte a famiglie con soggetti che faticano a entrare in altri contesti e che trovano nella fattoria sociale la possibilità di acquisire competenze che consentono, al momento dello “sgancio”, un inserimento lavorativo, nel quadro di un progetto personalizzato in armonia con le più recenti novità legislative in materia”.
“Tra le novità introdotte con il progetto di legge - ha spiegato l’assessore regionale Federico Caner - va sottolineata la procedura semplificata dell’avvio dell’attività introdotto attraverso il nuovo disegno di legge, un elemento che rientra nell’alveo della sburocratizzazione. Attualmente sono 37 le fattorie sociali presenti nell’elenco regionale: compito della norma è quello di agevolare e far sì che anche altre aziende si iscrivano”.

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