Veneto

Presentato il libro ‘Sui Giganti di Pietra’ di Tieri Filippin e Stefano Gava

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 31 ott. 2024 -       Il consigliere regionale Giovanni Puppato (Lega- LV) ha presentato oggi a palazzo Ferro Fini il libro curato da Tieri Filippin e Stefano Gava "Sui Giganti di Pietra”, Editore ViviDolomiti. Nel volume, Tieri Filippin intervista l’ex alpinista Stefano Gava, raccogliendo ricordi, aneddoti ed emozioni di tante scalate in cordata con due mostri sacri dell’alpinismo italiano, i bellunesi Franco Miotto e Riccardo Bee, purtroppo scomparsi. Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha portato i saluti istituzionali, ringraziando “il consigliere Puppato per aver fortemente voluto e promosso questa presentazione”.  “Franco Miotto e Riccardo Bee sono vere e proprie leggende dell’alpinismo italiano – ha sottolineato Ciambetti - Essi hanno lasciato impronte indelebili sulle Dolomiti e hanno ispirato con il loro esempio generazioni di giovani scalatori che negli anni hanno cercato di emularne le gesta. Miotto e Bee si integravano molto bene, formando assieme una cordata leggendaria: il primo possedeva una capacità unica di leggere la montagna, il secondo era mosso da uno spirito indomito. Credo che il volume richiami il lettore alla resilienza, al sacrificio e alla passione: Franco Miotto e Riccardo Bee rappresentano due modelli da seguire perché incarnano lo spirito indomito dell’essere umano, conscio però dei propri limiti, in perfetta armonia con la natura presente nel suo stato più puro”. Giovanni Puppato ha evidenziato come “due grandi e compianti alpinisti bellunesi, Franco Miotto e Riccardo Bee, rivivono sulle pagine de ‘Sui Giganti di Pietra’. Un libro che si basa sulla testimonianza diretta di Stefano Gava, loro allievo, scalatore e amico, raccolta da Tieri Filippin. Ma ‘Sui Giganti di Pietra’ ci fa capire davvero cosa sia la passione per le arrampicate e l’amore in generale per le montagne, in primis quelle bellunesi, con tutta la loro bellezza e i relativi rischi”.  “Tra le maggiori imprese narrate – ha aggiunto Puppato - c’è l’apertura della Via sul Lagunaz, chiamata ancora oggi la ‘Via dei Bellunesi’. Il tutto, in un alternarsi di aneddoti, parte di un racconto che non lesina le inevitabili difficoltà ed espedienti. Ma c’è anche la storia di un’amicizia solida tra tre persone diverse per età e carattere, dove le Dolomiti fanno insieme da sfondo ed elemento integrante”.  “Per cui, invito tutti a leggere ‘Sui giganti di pietra’, esempio dello stretto legame a doppia mandata tra letteratura e montagna. Questo, in considerazione del fatto che sapremmo molto di meno sulla montagna senza i libri che raccontano grandi spedizioni e scalate. E vale in particolare per il territorio bellunese, luogo di nascita e d’elezione sia dei protagonisti che dei curatori del volume", ha concluso Giovanni Puppato. Tieri Filippin, giunto alla sua quinta pubblicazione, ha confessato di essere “un cacciatore di storie vere, soprattutto del Nord Est, in particolare attinenti alla vita rurale presente tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Mi piace la narrativa, raccontare storie e scrivere biografie, come nel caso di questo libro. Intervistando Stefano Gava ho assorbito e condiviso un pezzo della sua vita, dei suoi sogni e delle sue passioni, arricchendomi molto come persona. Credo che i giovani alpinisti restino affascinati da come i loro ‘colleghi’ di un tempo sapevano affrontare le scalate, anche quelle più impervie, potendo contare su attrezzature lontane anni luce da quelle ipertecnologiche odierne, senza una particolare alimentazione e previsioni meteo precise e dettagliate: questo libro potrà quindi risultare di particolare interesse”. Stefano Gava ha spiegato di aver deciso “di raccontare la mia esperienza di alpinista dopo ben 45 anni perché ho riscontrato che c’è ancora molto interesse, soprattutto tra i giovani, su come noi alpinisti del passato riuscivamo a scalare le montagne accontentandoci e arrangiandoci con quello che avevamo: corde e cordini, anche fatti a mano. A colpire i giovani è anche lo spirito che ci animava, grazie al quale sapevamo superare difficoltà estreme e temperature impervie: forse eravamo un po’ incoscienti, ma a noi non sembrava di esserlo più di tanto, spinti dalla grande passione per la montagna. Eravamo tuttavia consapevoli di avere con noi in cordata un grandissimo esperto, Franco Miotto, un mostro di bravura per come conosceva, per come ‘annusava’ la montagna; Miotto ci diceva quando dovevamo fermarci per non correre pericoli inutili, riusciva ad anticipare i cambiamenti del tempo e a intuire la via giusta per fare ritorno a casa. Franco Miotto e Riccardo Bee avevano caratteristiche diverse che si integravano molto bene tra loro, formando così una cordata perfetta: per me sono stati maestri e amici”.

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