(Arv) Venezia 6 nov. 2024 - “Ha vinto Trump ma, e in modo più profondo della sconfitta di Kamala Harris, e il cosiddetto Partito democratico hanno perso”. Roberto Ciambetti sintetizza così la sua analisi “del voto statunitense, un voto che dice e insegna molte cose anche all’Europa – spiega il Presidente del Consiglio regionale del Veneto - Innanzitutto bisogna notare che non è bastato l’appoggio delle élite, di lobby, dello star system, e dei loro potenti mezzi, per cancellare il sentimento popolare e far vincere una candidata che aveva, e non sempre per colpa sua, molti limiti oggettivi. In realtà, sono state sonoramente sconfitte la cultura woke, la follia del politically correct e della cancel culture, l’aver scommesso buona parte, se non tutto, l’impegno su Lgbt e amenità varie, l’aver sostenuto, se non agevolato, guerre insostenibili che potevano tutte essere evitate. Quello che un tempo si chiamava ceto medio, la maggioranza silenziosa, i cui valori sono stati ridicolizzati da mass media e anchor people per anni e il cui potere d’acquisto è stato falcidiato dall’inflazione, non ha trovato di certo nel partito Democratico come nei sedicenti progressisti in Europa, un punto di riferimento. La sconfitta dei Democratici Usa, voglio dire, è molto più profonda di quanto non si pensi e non sarà facile ricucire il dialogo con la maggioranza dei cittadini e con i loro veri problemi che attendono risposte vere. La crisi è profonda e non si supera di certo rinunciando al globalismo imponendo a tutti un nuovo regime di protezionismo commerciale e finanziario come hanno recentemente fatto gli Usa, dividendo il mondo in due, buoni da una parte, con i cattivi dall’altra, da cui difendersi a colpi di dazi, blocchi commerciali, sanzioni il cui effetto, alla fine, si ritorce contro i più deboli. Trump ha vinto e credo sia pronto a sparigliare le carte. I democratici hanno perso, sì, hanno perso per strada gli elettori: riconquistarli non sarà facile”.
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