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CRV - Cerimonia a Roma per 25° anniversario Fondazione Venezia per la Ricerca sulla pace

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cerimonia a Roma per 25° anniversario Fondazione Venezia per la Ricerca sulla pace: Presidente Ciambetti “Costruiti ponti di dialogo. Il francobollo emesso oggi è un simbolo potentissimo”

(Arv) Venezia 14 nov. 2024 - In occasione del venticinquesimo anno della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, l’Associazione Stampa Estera in Italia ha ospitato oggi, a Roma, la presentazione del Francobollo, con emissione congiunta Italia-Vaticano, che celebra questo importante anniversario. Alla cerimonia ha partecipato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti in qualità di rappresentante dell’Istituzione legislativa veneta e anche in vece del Presidente della Regione Luca Zaia, dal quale ha ricevuto specifica delega. La Fondazione è presieduta da Antonio Silvio Calò, premiato nel 2015 dal presidente Mattarella come ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica e nel 2018 nominato Cittadino europeo dell’anno dal Parlamento europeo, ed è un centro di ricerca dedicato ad approfondire gli elementi che, a partire dal contesto socio-politico, favoriscono processi di pace e la difesa e promozione dei diritti individuali e dei popoli attraverso il diritto.
“L’intero Consiglio regionale e la Regione Veneto si uniscono idealmente a voi tutti per i venticinque anni di impegno, dedizione e straordinario lavoro per promuovere la pace, i diritti umani e la giustizia sociale. È un onore per me a nome dell’intera Regione del Veneto, cofondatrice di questa Fondazione, condividere con voi questo momento. Quando fondammo questa istituzione, il nostro sogno era di creare un luogo dove le menti più brillanti potessero lavorare insieme per comprendere e risolvere i conflitti, promuovere la pace e difendere i diritti dei più vulnerabili. Guardando indietro a questi 25 anni possiamo ben dire che questo tempo non è stato sprecato, perché la Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace è diventata un faro di speranza, illuminando la strada verso un mondo più giusto e pacifico. Attraverso convegni, seminari e pubblicazioni, abbiamo promosso il dialogo e la comprensione tra culture e nazioni. Abbiamo affrontato temi complessi, dalle guerre civili ai diritti dei rifugiati, dalle tensioni internazionali ai diritti delle minoranze, sempre con l'obiettivo di trovare soluzioni pacifiche e durature”, ha affermato il Presidente Ciambetti. “Un particolare ringraziamento va a tutti i ricercatori, gli accademici e i collaboratori che nel corso di questi anni, con il loro lavoro instancabile e la loro passione, hanno reso possibile tutto questo. La vostra dedizione è la linfa vitale di questa Fondazione e il motore che ci spinge a fare sempre meglio. Grazie ai vostri sforzi, abbiamo costruito ponti di dialogo e comprensione in tutto il mondo. Non possiamo dimenticare il sostegno fondamentale delle istituzioni e delle comunità locali. La Regione Veneto, la Provincia di Venezia e il Comune di Venezia, insieme alle Università e alle organizzazioni partner, hanno giocato un ruolo cruciale nel sostenere la nostra missione. Senza il loro impegno e supporto, non avremmo potuto raggiungere i nostri obiettivi ma ciò ci dice anche che la pace è il risultato dello sforzo comune, è il frutto di un lavoro costante che non ammette defezioni. Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di istituzioni come la nostra. I conflitti continuano a imperversare in molte parti del globo e le sfide che dobbiamo affrontare sono immense. Ma con il vostro continuo impegno e la vostra dedizione, sono fiducioso che possiamo fare la differenza. Possiamo contribuire a creare un futuro in cui la pace, la giustizia e i diritti umani siano la norma, non l'eccezione”, ha proseguito il Presidente. “Se oggi il pessimismo dell’intelligenza ci spinge alla prudenza, l’ottimismo della volontà deve sempre animarci. Così, sorge spontaneo, in questi mesi in cui a livello internazionale si definiscono nuovi equilibri geopolitici, ripensare al discorso di insediamento di John Fitzgerald Kennedy, il 20 gennaio 1961 a Washington, quando il nuovo Presidente statunitense, dopo aver rivendicato il diritto-dovere di difende la libertà e la democrazia rimarcò con forza: “per quelle nazioni che vorrebbero far di sé stesse il nostro avversario, offriamo non una promessa, ma una richiesta: che entrambe le parti ricomincino a ricercare la pace, prima che gli oscuri poteri di distruzione scatenati dalla scienza fagocitino tutta l'umanità in una accidentale o pianificata auto-distruzione [...]. Non dobbiamo mai negoziare per paura, ma non dobbiamo mai aver paura di negoziare”. E così concludo non senza emozione qui, a Roma, ricordando l’intensità del “Radiomessaggio per l’intesa e la concordia tra i popoli” del 25 ottobre 1962 di Papa Giovanni XXIII: «La Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra gli uomini, e lavora, affinché questi obbiettivi si realizzino. Noi ricordiamo a questo proposito i gravi doveri di coloro che hanno la responsabilità del potere. E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, [...] sale verso il cielo: pace! pace!”, ha concluso il Presidente Ciambetti.
 

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