Veneto

Prorogata fino al 13 dicembre mostra "Grand Hotel Venezia, da albergo da sogno a sede istituzionale"

CONSIGLIO REGIONALE VENETO


(Arv) Venezia 22 nov. 2024 – La mostra di palazzo Ferro Fini “Grand Hotel Venezia. Cent’anni, da albergo da sogno a sede istituzionale” sarà prorogata sino a venerdì 13 dicembre 2024. Lo ha deciso la Presidenza del Consiglio regionale posticipando la data inizialmente prevista per il 30 novembre, in considerazione del grande successo di visitatori e dell’interesse suscitato non solo nelle realtà culturali veneziane e venete, ma nel mondo della scuola, dell’università, dei musei e dell’alta formazione turistica. “In meno di sei mesi la mostra ha totalizzato oltre duemila visitatori, di cui un quarto provenienti da una cinquantina di paesi d’Europa e del mondo - conferma il presidente del Consiglio veneto, Roberto Ciambetti – Abbiamo registrato visitatori provenienti dall’Estremo Oriente, da Filippine, Australia, SudAfrica, America Latina, Messico, Nord America. Con il prolungamento straordinario nelle prime due settimane di dicembre calcoliamo di superare il tetto delle 2500 presenze. Un risultato di grande rilievo per una mostra istituzionale, aperta dal lunedì al venerdì, che convive con l’attività ordinaria dell’assemblea legislativa del Veneto. Siamo orgogliosi di aver offerto a Venezia, ai veneti e ai tanti turisti che amano profondamente questa città la possibilità di conoscere pagine inedite della storia di uno dei palazzi nobiliari più significativi della città lagunare e di aver rievocato una stagione imprenditoriale di eccellenza assoluta, quando Venezia seppe inventare e imporre al mondo il brand dell’alta hôtellerie, creando un modello inimitabile di classe, eleganza e cultura”.
L’inconfondibile sagoma di Wiston Churchill, l’eleganza dei principi d’Inghilterra, i fotogrammi del primo faccia a faccia tra Hitler e Mussolini al Nicelli del Lido e poi nel Grand Hotel di fronte alla basilica della Salute, gli acquerelli di Edouard Manet, le meditazioni di Matilde Serao, il telegramma di Eleonora Duse, gli scatti dell’arrivo di Pirandello con Marta Abba, le pose guascone dei ‘divi’ Cary Grant e Tyrone Power, il coming out di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, la coppia del cinema più chiacchierata del 1950, le foto esclusive del ‘ballo del Secolo’ per la riapertura di Palazzo Labia nel 1951, la calata in laguna delle modelle della maison parigina di Dior sono alcune delle tappe del percorso espositivo della mostra che accompagna i visitatori lungo un secolo di storia, dal 1868, quando i due palazzi Ferro Morosini e Flangini Fini – acquisiti e trasformati dalla famiglia dalmata Ivancich – divennero albergo, pensato per la clientela esclusiva d’Oltreoceano, fino al 1968 quando, conclusa la vicenda imprenditoriale di Ciga e di Saigat, il complesso immobiliare del Ferro Fini fu acquistato dalla Provincia di Venezia per ospitare la nascente Regione del Veneto.
“Abbiamo recuperato documenti e testimonianze suggestive di una storia scivolata nell’oblio – commenta il segretario generale del Consiglio, Roberto Valente, ideatore della mostra insieme ad un nucleo storico di dipendenti e collaboratori, coordinati dalla curatrice Franca Lugato – e restituito a Venezia e alle sue istituzioni l’orgoglio di una classe imprenditoriale illuminata che seppe trasformare il fascino decadente della Serenissima in capitale della moda e del costume e in industria del turismo culturale di eccellenza mondiale. Non a caso la mostra, durante questi mesi di apertura, ha ricevuto grande attenzione non solo dai quotidiani veneti, ma anche dai media nazionali e dai canali social e ha continuato ad arricchirsi spontaneamente di documenti e testimonianze, come il telegramma di conferma del travagliato soggiorno di Eleonora Duse al Grand Hotel all’inizio degli anni ’20 quando la ‘divina’ tentava di riavvicinarsi al ‘vate’ Gabriele D’annunzio, le sequenze iniziali del film “La mano dello straniero” girato nel 1953 da Mario Soldati nei saloni del Ferro Fini, o la ricostruzione della storia inedita e controversa del restauro ‘creativo’ che ha trasformato il Grand Hotel in sede dell’assemblea legislativa del Veneto, raccontata da uno dei protagonisti di allora, l’architetto Franco Posocco, ora Guardian Grando di San Rocco. O, più semplicemente, foto di privati e attestati di lavoro stagionale in quello che era considerato il più prestigioso degli hotel veneziani, che generazioni di veneziani e friulani hanno conservato con geloso orgoglio”.
“Con la festa di ‘finissage’ di venerdì 13 dicembre – conferma il presidente Ciambetti - calerà il sipario sulla mostra più visitata tra le iniziative culturali promosse dal Consiglio negli anni Duemila, dopo quella dedicata alla ‘differenza repubblicana’ di Venezia per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Ma il lavoro di ricerca e di dialogo con le istituzioni veneziane non si fermerà qui. Restano l’elegante catalogo fotografico (Tostapane edizioni) stampato e diffuso in italiano e in inglese, la preziosa collezione dell’associazione culturale mestrina “Le memorie della Compagnia Italiana Grandi Alberghi” che aspira a creare a Venezia un museo della Ciga, e l’intenzione del Consiglio veneto di continuare a raccogliere testimonianze e documenti della storia del Grand Hotel Venezia attraverso la propria collana editoriale I Quaderni del Consiglio regionale.
La mostra “Grand Hotel Venezia. Cent’anni, da albergo da sogno a sede istituzionale” è visitabile sino al 13 dicembre, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 17, ingresso libero, visite guidate su prenotazione (eventi@consiglioveneto.it). Giorni di chiusura: giovedì 21 novembre (festa della Salute), venerdì 22 novembre, sabato 30 novembre e sabato 7 dicembre, domenica 1° e 8 dicembre.

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